"L'occupazione israeliana della Cisgiordania va avanti da decenni, con insediamenti illegali e furti di terre. Ma negli ultimi mesi la violenza contro i palestinesi è fuori controllo".
Da Internazionale 5 /04
"L'occupazione israeliana della Cisgiordania va avanti da decenni, con insediamenti illegali e furti di terre. Ma negli ultimi mesi la violenza contro i palestinesi è fuori controllo".
Da Internazionale 5 /04
Crescono i “patrimoni senza eredi”
Trovo assai interessante la riflessione del teologo Josè Tamayo sul Documento Pontificio.
Tuttavia i problemi politici e le posizioni delle chiese hanno molta paura di fare i nomi dei tiranni.
Totalmente semplicistico il discorso rispetto al femminismo, al discorso su chi produce le armi e gli stati guerrafondai.
Tante belle parole, ma temo che si tratti di un discorso molto a due facce.
Gli omosessuali, i transessuali e in queer sono sempre emarginati.
Semplici riflessioni di Franco Barbero
Rispetto di una dignità infinita, anche all’interno della Chiesa
Juan José Tamayo
Il documento Dignitas infinita, del Dicastero per la Dottrina della Fede, recentemente reso pubblico, è lo specchio più fedele delle due tendenze che convivono nella Chiesa cattolica e nello stesso papa: a) quella socio-politica e economica in continuità con il pensiero di Francesco, critico nei confronti del neoliberismo, che definisce ingiusto alla radice, e della cultura dello scarto, che converge con la teoria della necropolitica di Achille Mbembe; b) quella morale, che riproduce senza nessun progresso gli orientamenti tradizionali del magistero ecclesiastico su temi quali l’origine e la fine della vita, la sessualità, la teoria del genere, il cambiamento di sesso, ecc.
Il documento offre un’analisi rigorosa di alcune delle violazioni più gravi contro la dignità umana, tra le quali cita le seguenti: il dramma della povertà e l’emergere di nuove povertà; la tragedia delle guerre che costituisce una “sconfitta dell’umanità”; l’avvelenamento della casa comune; il maltrattamento dei migranti e la mancanza di rispetto dei loro diritti fondamentali; la tratta di esseri umani, che definisce un “crimine contro l’umanità”, il traffico di organi e tessuti umani, lo sfruttamento minorile, il lavoro schiavizzato, la prostituzione; l’abuso sessuale che “lascia profonde cicatrici nel cuore di chi lo subisce”; la violenza contro le donne, con particolare attenzione al femminicidio, e le grandi disuguaglianze tra uomini e donne; la maternità surrogata, che trasforma il bambino “in un mero oggetto” e viola la dignità della donna; la violenza digitale; lo scarto dei diversamente abili; i genocidi; la pena di morte, ecc.
Sotto l’aspetto morale tende a ripetere le condanne di sempre. Mi sembra estraneo ai cambiamenti verificatisi nella società e si scontra frontalmente con il movimento femminista e con non pochi parlamenti che hanno approvato leggi che ampliano i diritti umani e difendono la reale uguaglianza tra uomini e donne, in risposta alle legittime rivendicazioni di giustizia di genere del femminismo.
Dopo la pubblicazione di questo documento considero sempre più difficile, se non impossibile, la riconciliazione del Vaticano con la teoria e la pratica femminista, una questione in sospeso che, se non superata, continuerà a portare le donne ad abbandonare la Chiesa.
Diamo un’occhiata ad alcuni esempi. Descrive la teoria del genere come “straordinariamente pericolosa” e una delle manifestazioni più gravi di “colonizzazione ideologica” perché cerca di negare la differenza sessuale. Ne nega la natura scientifica, quando è una teoria che ha un solido fondamento antropologico ed etico. Si muove nel paradigma della binarietà sessuale. Si oppone al cambiamento di sesso, sostenendo che “qualsiasi intervento di cambio di sesso, di norma, rischia di minacciare la dignità unica che la persona ha ricevuto fin dal momento del concepimento”.
Mi sono chiesto più volte e mi chiedo ancora adesso dopo aver letto questo documento, perché il papa è così profondamente in sintonia con i movimenti popolari, con i quali si è incontrato in più occasioni e ne condivide le tre rivendicazioni “Terra, casa e lavoro” e non ha incontrato nemmeno una volta il movimento femminista, ma lo critica spesso e in questo documento in modo
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speciale con squalifiche che trovo irrispettose. Mi permetto di suggerire a Francesco e al Dicastero per la Dottrina della Fede di avvicinarsi alla teologia femminista, di leggere i suoi testi, che hanno un solido fondamento biblico, e di entrare in dialogo con le teologhe che lavorano in questa direzione. Non rimarranno delusi. Sarà un dialogo arricchente.
Il documento amplia le sue critiche all’eutanasia e al suicidio assistito.
Condanna radicalmente l’aborto, sostenendo che “la dignità di ogni essere umano ha un carattere intrinseco e vale dal momento del suo concepimento”. Ma non si ferma qui, va oltre, fino a considerare che l’accettazione dell’aborto, oggi così diffusa, “è segno eloquente di una pericolosissima crisi del senso morale, che diventa sempre più incapace di distinguere tra il bene e il male”. L’accusa si rivolge, indirettamente, contro i numerosi parlamenti che considerano legale l’aborto e anche contro collettivi cattolici che lo difendono. Critica perfino l’uso dell’espressione “interruzione della gravidanza”. Conclude questa sezione descrivendo l’aborto come “uccisione deliberata e diretta, comunque venga attuata, di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza, compresa tra il concepimento e la nascita”.
A mio avviso, il documento è idealistico e privo di autocritica nel presentare la Chiesa come garante della dignità umana, senza tenere conto delle sue stesse trasgressioni non solo nel passato ma anche oggi. Ciò ha portato alcuni critici a ricordare il vecchio detto “Vendo consigli, ma non ne ho per me”. Da qui la mia richiesta di rispetto della “infinita dignitas” anche nella Chiesa cattolica affinché teoria e pratica vadano all’unisono e il suo messaggio sia credibile.
Uno dei casi di mancanza di rispetto per la dignità umana nella Chiesa cattolica è la discriminazione subita dalle donne all’interno della sua struttura gerarchica, patriarcale e clericale. Sono escluse dall’accesso ai ministeri ordinati, dall’assunzione di responsabilità negli organi di potere, dall’accesso diretto alla sfera del sacro, dall’essere considerate essere soggetti religiosi e morali autonomi e, in via generale, dalla partecipazione alla elaborazione della dottrina teologica e morale.
Tali esclusioni, chiaramente discriminatorie, hanno anche la giustificazione e la legittimazione di non poche leggi e codici giuridici di compimento obbligatorio.
Il recupero della piena dignità delle donne nella Chiesa cattolica e la non discriminazione dei gruppi LGTBIQ+ richiedono una revisione approfondita di non pochi testi dottrinali e giuridici, in particolare del Codice di Diritto Canonico e del Catechismo della Chiesa Cattolica, entrambi promulgati durante il pontificato di papa Giovanni Paolo II rispettivamente nel 1983 e nel 1992.
Nel caso degli abusi sessuali, trovo molto onesto il documento del Dicastero per la Dottrina della Fede quando riconosce che “tale fenomeno è diffuso nella società, tocca anche la Chiesa e rappresenta un serio ostacolo alla sua missione. Da qui l’impegno che essa non cessa di esercitare per porre fine ad ogni tipo di abuso, iniziando dal suo interno”. Il riconoscimento di tali abusi e l’impegno a porvi fine in un documento di tale rilevanza dottrinale mi sembrano un passo importante dopo tanti decenni di insabbiamento e complicità.
Quello che non ho visto è che quest’inflessibile impegno lo abbia la gerarchia di alcune chiese nazionali, tra cui quella spagnola, una di quelle che ha resistito di più a indagare sui casi di pedofilia
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al suo interno e a riconoscere le testimonianze delle vittime fino al punto di non includere nel suo documento Per far luce diverse centinaia di aggressioni sessuali raccolte nei diversi rapporti delle stesse istituzioni religiose e di non riconoscere come provate molte altre.
A dire il vero, avrei preferito che il documento fosse più esplicito sull’argomento, data l’ampiezza e l’estrema gravità delle innumerevoli violenze sessuali contro bambini, bambine, adolescenti, giovani e donne nelle istituzioni cattoliche, come hanno confermato numerose inchieste indipendenti, le denunce delle vittime e le sentenze di condanna dei tribunali di giustizia. No, non sono casi isolati, come talvolta si vogliono presentare, ma un fenomeno strutturale legittimato istituzionalmente con il silenzio e la complicità della gerarchia ecclesiastica e dello stesso Vaticano per decenni. Siamo di fronte a un fenomeno che tocca l’intero corpo ecclesiastico: cardinali, arcivescovi, vescovi, preti, formatori, professori e padri spirituali di seminari, di noviziati e di scuole religiose.
Non voglio concludere questa riflessione senza fare riferimento a due idee che considero di particolare importanza e che il documento mette in luce: la denuncia dei luoghi in cui tante persone sono imprigionate, torturate e addirittura private del bene della vita semplicemente a causa del loro orientamento sessuale; e l’appello alla comunità internazionale affinché si impegni a“proibire universalmente [il sottolineato è mio] la pratica della maternità surrogata”.
Ho appena letto in Religión Digital che il papa conferma questo divieto, secondo la testimonianza di Bernardo García Larraín, coordinatore della Dichiarazione di Casablanca per l'abolizione della maternità surrogata, durante l’incontro del Congresso Internazionale con il papa: “Il Santo Padre non si è mai stancato di ripeterci in due o tre occasioni che la maternità surrogata non è altro che un business”.
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Articolo pubblicato il 17.04.2024 nel Blog dell’Autore in Religión Digital ( www.religiondigital.com )
Traduzione a cura di Lorenzo TOMMASELLI
4 – ESSERE SEMPLICI È POSSIBILE?
A seguire con un semplice 'clic' potete sfogliare
il quarto segmento del libro:
https://www.sfogliami.it/fl/291095/hyypkuynpsy6ere7jcpv5zzyyz2b7bs1
(continua martedì 23 aprile '24)
Alcuni primi passi
In alcuni miei libri ho trattato di alcune "verità scadute", di formulazioni superate, di concezioni da archiviare. Non farò qui se non accenni, rimandando al capitolo antologico.
- Oggi parlare di un Dio interventista, miracolista, che dall'alto dei cieli dirige e fa accadere le cose, che premia e punisce, che basta invocare perché corra in nostro aiuto, costituisce un tragico errore, in uno scandaloso ostacolo nel cammino verso una fede adulta. Questo "teismo" magico, che abbiamo adottato con una trasposizione letteralistica da alcuni testi biblici, oggi non rispetta e non esprime quella presenza amorosa del mistero ineffabile di quella realtà che chiamiamo Dio per dire la fonte dell'amore, dell'essere, la compagnia nascosta ma vicina che ci sostiene nel nostro divenire creature libere e liberatrici.
- Non è più possibile per molti cristiani recitare il credo niceno-costantinopolitano con quelle formulazioni ellenistiche che oggi generano solo una confusione tra Dio e Gesù. Le formulazioni che divinizzano Gesù e la dottrina delle tre persone uguali e distinte come possono oggi reggere alla luce di una lettura storico-critica delle fonti bibliche e delle vicende di Nicea e Calcedonia?
- Ci sono poi leggende come la nascita verginale e le definizioni dogmatiche della mariologia che hanno cancellato la realtà storica di Maria, donna e credente ebrea, sposa e madre di una numerosa famiglia e oggi risultano addirittura ridicole ed hanno fondato un culto mariolatrico superstizioso e un antifemminismo che rilancia un modello di donna sottomessa, aerea, asessuata.
- E come possiamo ancora sopportare quella formula che nella nostra cultura suona blasfema, secondo la quale Gesù è morto per i nostri peccati per espiare le nostre colpe? È il ritratto di un Dio sadico, contrattuale, ragioniere e contabile che vuole un equo compenso. Eppure quasi in ogni eucaristia si ripete questa "bestemmia" in assoluta buona fede.
- E chi può ancora credere che "nasciamo nel peccato originale" e che il battesimo lo cancella? E chi non inorridisce di fronte alle parole del ministro che compie l'esorcismo, cioè l'invocazione per cacciare il diavolo?
- Ho compiuto questi semplici accenni, ma pensate alla teologia e alla pratica delle indulgenze e del suffragio in cui, anziché riporre totale fiducia in quel Dio di amore e di perdono che tutti accoglie, la casta sacerdotale si pone come detentrice di pratiche liturgiche che di fatto gestiscono ciò che appartiene a Dio solo.
Da: Franco Barbero, Confessione di fede di un eretico, Edizioni Mille, 2017; parte seconda, paragrafo 4 " E se ritornassimo all'essenziale? ", pp. 127/128.
Movimenti pro life nei consultori. Giù le mani dalla 194
“Si conferma che sul tema dei diritti delle donne questo governo, se interviene, lo fa senza investimenti e chiamando in causa i pro-vita per ribadire e rafforzare l’attacco alla legge 194, che già vede una sostanziale mancata applicazione della legge dello Stato sul diritto di scelta alla maternità consapevole. Sapevamo già che avere una legge non significa avere acquisito quel diritto, ma questa proposta è inascoltabile, irricevibile e fuori dalla storia” dichiara Antonella Veltri, presidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza.“Ci chiediamo quale sia l’idea di maternità di questo governo e di chi pensa di poter decidere sui corpi delle donne. I numeri dicono chiaramente che non è certo il ricorso all’aborto la causa della denatalità in Italia” – continua la presidente. “Sarebbe invece importante implementare i servizi a supporto dell’infanzia e rendere effettivamente applicata la legge 194. Le donne in Italia si batteranno per raggiungere l’obiettivo raggiunto in Francia. Basta proclami e propaganda sulle nostre vite” conclude Veltri.
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D.i.Re. – Donne in rete contro la violenza è la Rete nazionale antiviolenza e si compone di 87 organizzazioni dislocate sul territorio nazionale, che gestiscono Centri antiviolenza e Case rifugio, affiancando oltre 20.000 donne ogni anno. D.i.Re e le organizzazioni socie sono attive politicamente per determinare il cambiamento culturale necessario per l’eliminazione della violenza maschile alle donne.
650 mila minorenni consumatori di alcol in Italia
Gerusalemme Est: 20 nuove insediamenti avallati dai ministri...
Il Fatto quotidiano 18/4
Russia -Ucraina "Foreign Affairs": intesa a marzo 2022 su Kiev neutrale ed europea
La guerra poteva finire in un mese. Pace sabotata da BoJo, Usa e Ue...
Il Fatto quotidiano 18/04
Come manipolano Ucraina e Gaza: l'ossimoro per giustificare i massacri
Ogni guerra ha le proprie retoriche per manipolare l'opinione pubblica, ma soltanto alcune segnano la storia di un conflitto. Dopo l'invasione russa dell'Ucraina, la macchina della propaganda diceva: "Se l'Italia vuole la pace, deve investire nella guerra. Più armi l'Italia darà, prima la pace arriverà". La manipolazione fu studiata a tavolino. Da una parte, Draghi aveva il problema di accontentare gli italiani che vogliono la pace; dall'altra doveva compiacere gli americani che vogliono la guerra. Dichiarando di ricercare la pace, Draghi gratificava gli italiani; impegnandosi a inviare armi, accontentava Biden. Da qui lo slogan: "Armi per la pace". Chiamo questa tecnica di manipolazione dell'opinione pubblica "manipolazione per accostamento ossimorico". Un ossimoro è l'accostamento di due parole dal significato inconciliabile: pace e guerra; intransigenza e diplomazia. Durante una diretta a carta Bianca, Maurizio Lupi continuava a dirmi che la diplomazia consisteva nel chiedere la resa incondizionata della Russia con il ritiro da tutti i territori senza concessioni. La diplomazia unilaterale è un esempio di manipolazione per ossimori giacché la diplomazia è sempre bilaterale o multilaterale. La manipolazione per accostamento ossimorico si ottiene esaltando il termine più amato contro quello più odiato per ottenere non la giustificazione, bensì la nobilitazione dei mezzi attraverso il fine. Nel processo di giustificazione dei mezzi rispetto al fine, il mezzo - la guerra o l'attentato terroristico – rimane esecrabile. Nel processo di nobilitazione dei mezzi rispetto al fine, invece, il mezzo diventa nobile. A differenza di Draghi, Biden non ha il problema di manipolare l'opinione pubblica giacché la guerra, nella cultura dominante americana, è una parola piena di significati positivi. Biden non deve strumentalizzare la parola "pace" per far accettare agli americani l'uso degli ucraini come carne da macello per l'avanzamento della Nato verso la Russia. Il rapporto psicologico di un popolo con la guerra è, in larga misura, condizionato dall'esperienza storica di quel popolo con la guerra. Quando la guerra devasta un Paese, com'è accaduto all'Italia nella Seconda guerra mondiale, i superstiti sviluppano una concezione negativa della guerra che si riassume nel detto: "La guerra non conviene". Quando, invece, la guerra trasforma un Paese in una superpotenza ricchissima, i superstiti tendono a concepirla positivamente perché è stata conveniente. Alla fine, il governo Draghi ha avuto l'impudenza di presentarsi come un promotore di pace e non come un satellite della Casa Bianca che violava l'articolo 11 della Costituzione per compiacere Biden.
La manipolazione per accostamento ossimorico si trova anche nel bombardamento di Gaza. In questo caso, i termini dell'ossimoro non sono "pace e guerra" bensì "pace e massacro" giacché a Gaza non c'è nessuna guerra, ma uno sterminio. Per giustificare il massacro dei palestinesi, la macchina della propaganda dice che lo sterminio è necessario per eliminare Hamas e fondare uno Stato palestinese che porterà la pace. Ma questo è falso giacché il massacro dei palestinesi allontana la pace in Palestina così come l'invio delle armi l'ha allontanata in Ucraina. Israele non vuole eliminare Hamas per fondare uno Stato palestinese, ma per impedire che nasca. Netanyahu ha detto che i palestinesi avranno uno Stato soltanto quando impareranno ad amare Israele e l'Occidente ovvero quando avranno imparato ad amare i loro sterminatori.
Alessandro Orsini – Il Fatto Quotidiano – 3 aprile 2024
DA SONNAMBULI NON VEDIAMO I MIGRANTI, GLI IMPOVERITI, I BAMBINI, GLI ANZIANI..
Ieri ho assistito a un brutale allontanamento di una donna nera che sostava fuori un supermercato a chiedere l'elemosina. Non C'è posto per loro nella nostra satolla società.
In un'area di sosta autostradale, la polizia salva da fame e assideramento un ex manager barricato in auto perché rimasto senza lavoro. A Treviso gli agenti intervengono per aiutare una senza tetto che aveva bussato ad un convento.
Gli operatori di «Emergenza inverno» dicono che ormai è cambiata la figura del senza fissa dimora: oggi l'identikit
che chiede un rifugio al caldo e un pasto sicuro appartiene a giovani disoccupati, ad anziani ai quali non basta la pensione minima, a stranieri irregolari...
Non si tratta di essere buoni, ma coscienti e responsabili, questo si. Ho scoperto che al grande linguista Luca Serianni, sensibile non soltanto all'evoluzione della lingua italiana ma anche alle condizioni degli ultimi nella società, piaceva sostituire la parola dovere con responsabilità. Si, noi popolo cosiddetto cristiano dobbiamo sentirci responsabili gli uni degli altri.
(Pasquale Iannamorelli, Qualevita)
A PASSO DI CARICA
A Roma la polizia ferma a manganellate gli studenti dell'Università Sapienza che chiedono la sospensione della cooperazione militare e scientifica con Israele. Arrestati due ragazzi. Ma per Meloni e la ministra Bernini "vergognoso" è chi sta con Gaza.
Il Manifesto 17aprile
Nella riflessione di Mancuso, sempre interessante e stimolante, non sono riuscito a trovare nulla di nuovo, ma è certo che per molti cristiani/e questi "vai e vieni" dei testi evangelici sono poco percepiti e ancor meno interpretati.
Il pregio di queste pagine sta negli interrogativi aperti e, a mio avviso, la difficoltà di cogliere la "naturalezza" di queste memorie così diverse è, a parer mio, ciò che mi piace e parla di più alla mia fede. Questa è una sensibilità molto diversa da quella di Mancuso.
Un profeta come Gesù non poteva, con i suoi discepoli, stare in un solo "contenitore", una sola visione e versione. Queste differenze e contraddizioni sono il segno con cui gli Evangelisti hanno rispettato lo straripamento profetico di Gesù.
Una narrazione tutta ben connessa non mi invoglierebbe a cercare il Gesù storico. Perché fatti, narrazioni, e narranti sono realtà che si mescolano.
Consiglierei, anziché riferirsi e cercare le singole differenze e contrastanti narrazioni, di usare la SINOSSI greca e italiana che a me fu regalata nel 1972 quando ero in Olanda ed ero prete da qualche anno, molto immerso negli studi esegetici e in particolare cristologici.
Grazie per questa bella riflessione di Mancuso. Ma posso invitarvi a usare il metodo che valorizzi la SINOSSI che traduce le differenze e i contrasti e accende il fuoco della ricerca e della consapevolezza del limite delle nostre conoscenze?
La SINOSSI dei quattro Vangeli (io conobbi La SINOSSI di Angelo Poppi del '72), oggi, certamente ne esisteranno di migliori, ma questa opera mi accompagnò caldamente nella lettura in questi 60 anni scatenando in me una serie di interrogativi e insieme di sorprese.
Consiglio l'uso della Sinossi accanto ai preziosi commentari.
Grazie e buon cammino con la SINOSSI o meno. In ogni caso conta la fede, i nostri metodi debbono essere al suo servizio.
Franco Barbero, 17 aprile 2024
Mimmo Lucano: “Abbiamo dimostrato che l’accoglienza non è il problema ma la soluzione”
Le donne si mobilitano contro la guerra
15.04.24 - Pressenza
3 – ESSERE SEMPLICI È POSSIBILE?
A seguire con un semplice 'clic' potete sfogliare
il terzo segmento del libro:
https://www.sfogliami.it/fl/
(continua venerdì 19 aprile '24)
IDOLI INVISIBILI
Signore,
mantienici nella fede in Te,
nella radicale fiducia in Te,
anche quando nella vita
il sole sembra oscurarsi
e prevalgono le tenebre.
Fa' che, come Gesù,
amiamo questa terra
che è lo spazio in cui
Tu ci stai accanto
per cercare
sentieri di fraternità e di gioia.
Questo ho finalmente scoperto
essere l'essenziale dal quale
siamo tentati di uscire per
tornare a girare attorno agli idoli
che spesso si infiltrano invisibili
nella nostra vita quotidiana.
Franco Barbero
DA SONNAMBULI NON AVVERTIAMO
LA NOSTRA INDIFFERENZA
Nel nostro mondo sempre più piccolo ci sono ancora tante Auschwitz, Buchenwald, Dachau. Si chiamano Ucraina, Gaza, Yemen, Sud Sudan, Somalia, Congo, Afghanistan, ecc. Ma noi "sappiamo" - più dei tedeschi e polacchi di 80 anni fa. E passiamo oltre. Regna sovrana l'indifferenza. Non si vedono massicce proteste popolari di massa né tanto meno corpi di interposizione non-violenta come è accaduto in altre epoche, con risultati anche molto positivi.
Siamo davvero dei sonnambuli senza fuoco interiore etico-morale o semplicemente civico.
Quando guidiamo un'automobile elettrica, quando usiamo il telefonino, quando siamo fieri di indossare gioielli ,quando compriamo frutti esotici, cerchiamo di riflettere sul costo umano che c'è dietro la produzione di queste cose.
Girare la testa, "andare oltre" come il levita e il sacerdote della parabola, significa essere complici. Nessuno può dire: "Non lo sapevo". Agire è una scelta: se costruire o meno la pace nei Paesi in guerra o in ginocchio per la fame.
Agire significa dire "no" all'indifferenza. Se c'è una guerra da combattere, è la guerra contro l'indifferenza che sta divorando le nostre società.
DA SONNAMBULI NON RIUSCIAMO A VEDERE L'ALTRO COME PERSONA
L'individualismo esasperato regna sovrano. Ciò che conta per molti, alla prova dei fatti, è spesso ľaffermazione del proprio "io" sugli altri, contro ogni forma di alterità. E questo cinismo individuale o governativo porta inevitabilmente alla cultura dello scarto.
Si "rottama" ciò che non serve, prodotti e uomini: l'anziano ammalato, i disabili considerati un peso per la società, lavoratori che, dopo essere stati sfruttati per anni, non rendono più e per motivi anche futili vengono licenziati, i giovani che non trovano posto nel mondo dell'occupazione o li si vuole impiegare con salari indegni.
Ancora una volta il mio pensiero corre a quella scritta "l care" sulla porta della scuola di Barbiana. "I care", "Mi sta a cuore" significa prendersi cura dell'altro e dei suoi bisogni, del mondo e dell'ambiente. Non basta la buona volontà, bisogna mettersi in gioco con intelligenza, umanità, coraggio.
SVEGLIAMOCI DAL SONNO
Da un po' di tempo, pensando al degrado umano, sociale e ambientale, si parla unicamente di Caivano. Ma le periferie, in Italia come dappertutto, sono infinite.
Però non vedo parlare o scrivere di Scampia, il quartiere alla periferia nord di Napoli, risorto a vita nuova per opera di Felice Pignataro, sua moglie Mirella, Franco Vicario e uno sparuto gruppo di volontari che nel lontano 1981 hanno fondato il GRIDAS (Gruppo Risveglio dal Sonno).
Dopo oltre 40 anni, senza scomodare blitz della polizia, passerelle di ministri, Scampia è un pullulare positivo di iniziative che partono dal basso (il giardino dei 5 continenti, cineforum gratuiti, biblioteca, editoria, doposcuola, sale di riunione e dibattiti).
Tutto voluto e realizzato da persone riunite dall'intento di mettere le proprie capacità artistiche, culturali, al servizio della gente comune per stimolare un risveglio delle coscienze e una partecipazione attiva alla crescita della società.
Riuscire a curare le relazioni cogliendo bisogni e attese è certamente difficile.
Ma se alcuni riescono a farlo, come a Scampia, vuol dire che è possibile. E soprattutto che quella è la strada per uscire dal sonnambulismo.
(Pasquale Iannamorelli, Qualevita)