mercoledì 5 marzo 2014

TERMINI IMERESE, I PARROCI INVITANO I FEDELI ALLO SCIOPERO

«Partecipate e fate partecipare». È un appello che ha pochi precedenti quello che i parroci di Termini Imerese rivolgono ai parrocchiani cui hanno inviato una lettera. Riguarda lo sciopero generale, con corteo, di giovedì prossimo, nato per richiamare l’attenzione sulla lunga e drammatica vicenda degli operai dello stabilimento Fiat di Termini Imerese la cui chiusura venne decisa da Sergio Marchionne nel dicembre 2009.

In 1200 sono rimasti senza lavoro mentre prospettive di  riconversione del sito, dopo chiacchiere e promesse reiterate per anni, non se ne vedono. «Vi chiediamo di partecipare e di far partecipare le persone che incontrerete – affermano i parroci con l’appello – certi che il Signore non delude le speranze del popolo che lo invoca con fiducia». Il giorno dopo la mobilitazione, venerdì, a Roma si terrà un nuovo al ministero dello Sviluppo: «Potrebbe essere decisivo per la risoluzione della vicenda Fiat, madre del progressivo dissesto economico della nostra zona», scrivono i parroci. «È in gioco il futuro dei nostri paesi, delle nostre famiglie. Non possiamo e non dobbiamo rimanere immobili, senza lavoro non c’è futuro».

Il corteo, promosso da Fiom, Fim e Uilm, e al quale prederanno parte l’amministrazione comunale, le scuole e le categorie produttive, attraverserà l’intero Comune, coinvolgendo i paesi del comprensorio. Venerdì l’incontro al ministero dopo quello improduttivo dell’altra settimana quando il sindaco di Termini Imerese e una delegazione di lavoratori minacciarono di occupare il ministero. L’obiettivo è sempre quello di fare chiarezza sulle ipotesi di rilancio industriale.

Se la cittadina siciliana è costretta a ritagliarsi un futuro oltre il perimetro della nuova Fca, per gli altri stabilimenti continua il confronto sul contratto e sul piano industriale. Oggi pomeriggio all’Unione industriale di Torino tornano a incontrarsi Fiat e Fiom. Secondo quanto riferisce il sindacato guidato da Maurizio Landini, si farà il punto sulle prospettive industriali occupazionali degli stabilimenti italiani dell’auto. Mentre in un altro incontro si affronterà lasituazione di Fiat Industrial. La Fiom non siede al tavolo per il rinnovo del contratto del Gruppo, «riservato» ai sindacati firmatari degli accordi con il Lingotto. La trattativa è al palo e tra azienda e sindacati c’è molta distanza sugli aumenti salariali da corrispondere nel 2014. Interviene su questo la Uilm che incalza gli altri sindacati firmatari perché si mettano in campo iniziative per informare i lavoratori e quelle necessarie per indurre Fiat e Cnh Industrial a tornare al tavolo delle trattative a discutere di salario anche per il 2014. Lo dice il segretario nazionale della Uilm, Eros Panicali secondo il quale «l’indisponibilità dell’azienda mette in crisi lo spirito e la sostanza delle nuove relazioni sindacali».

Intanto, a proposito di Chrysler, Marchionne fa sapere che non c’è più nulla in sospeso con il Veba Trust, il fondo del sindacato americano Uaw che deteneva quote di Chrysler: l’obbligazione a favore di Veba è stata completamente rimborsata, è stato annunciato ieri. «Questa operazione - ha affermato il numero uno di Fca - porta a positivo compimento e prima del previsto il percorso che ha condotto i governi statunitense e canadese, lo Uaw e il Veba, insieme a Fiat, ad assumersi il compito di fare sì che Chrysler tornasse ad essere una azienda automobilista vitale».

(Giulia Pilla, L'Unità 11 febbraio)