Comitato promotore per una migliore conoscenza e per la riabilitazione di Ernesto Buonaiuti nella
Nel 1931 i circa millecinquecento professori delle Università italiane furono invitati a prestare giuramento di fedeltà al regime fascista e soltanto dodici vi si rifiutarono (Ernesto Buonaiuti, Mario Carrara,
Ernesto Buonaiuti era nato a Roma nel 1881; allievo del Collegio Romano, ricevette l’ordinazione presbiterale nel 1903. Intelligenza acuta e indagatrice, incaricato dell’insegnamento nello stesso Pontificio Collegio Romano, assunse posizioni non gradite e fu scomunicato per aver condiviso e propagandato idee moderniste. Scomunicato dalla gerarchia vaticana, fu privato dell’insegnamento nelle università ecclesiastiche per cui passò all’insegnamento universitario statale. Professandosi cattolico convinto, fu tra gli ecclesiastici più contrari al Concordato, e mantenne una posizione radicalmente critica nei confronti della politica vaticana in questo ambito, per cui era considerato un elemento di disturbo sia da parte ecclesiastica che da parte governativa. Avendo rifiutato il giuramento fu rimosso dal proprio ruolo di docente anche presso l’Università di Roma.
Perdette in tal modo ogni sostegno economico e si affidò unicamente all’appoggio di amici ed estimatori. Dopo la caduta del governo fascista fu reintegrato nei ruoli del magistero universitario, ma privato dell’insegnamento: nel Concordato era stata inserita una norma “ad personam” (art.5 terzo comma) che impediva agli scomunicati di adire a posti statali che comportassero contatto con il pubblico. Sgradito, come cattolico, ai partiti di sinistra e come scomunicato dai politici di obbedienza vaticana, non fu mai riabilitato ufficialmente, anche se molte delle sue tesi furono riecheggiate nei dibattiti conciliari del Vaticano II e riprese nei documenti ufficiali. E’ nota la stima che aveva per lui Angelo Roncalli, al tempo degli studi romani. Morì a Roma nel 1946, e fu privato della sepoltura ecclesiastica, essendosi rifiutato di ritrattare le proprie posizioni; la sua memoria restò nell’ombra per decenni, dal momento che, pur trattandosi di una figura di testimone eticamente e giuridicamente superiore a ogni motivo di critica, Buonaiuti fu considerato scomodo da tutti i centri di potere, data la sua irriducibile fedeltà alla propria coscienza e alla propria onestà intellettuale e morale, al di sopra di ogni altra considerazione.
Riteniamo che l’evoluzione delle sensibilità politico-sociali e religiose, che ha condotto a rivedere numerose manifestazioni di intolleranza del passato, costituiscano un clima favorevole alla rivalutazione pubblica delle virtù civiche del personaggio in oggetto, soprattutto in un tempo come il nostro, in cui da ogni parte si fa giustamente appello alla capacità personale di resistenza critica al conformismo intellettuale e al relativismo morale. Ci pare inoltre che Buonaiuti rappresenti adeguatamente anche gli altri undici colleghi che rifiutarono il giuramento di fedeltà al fascismo, i quali verrebbero così implicitamente onorati dal riconoscimento a lui tributato.
Nell’ambito di queste considerazioni promuoviamo un “Comitato per una migliore conoscenza e per la riabilitazione di Ernesto Buonaiuti nella
Primi firmatari :
Roma, aprile 2014