giovedì 24 luglio 2014

ROY ARUNDHATI. Letterata e militante

1961
Nasce il 24 novembre 1961. Suo padre era un hindu di alta casta, manager di una piantagione di tè del Bengala, della tradizione di sacerdoti braminí che insegnano e praticano i Veda. La madre, una cristiana di fede siriana, proveniente da una famiglia che cambiò religione per sfuggire al sistema religioso di discriminazioni dell'induismo, era attivista femminista in  Kerala.

1963-1983
I genitori divorziano quando ha due anni e cresce in Kerala con il fratello e la madre che apre e dirige una scuola. Dopo il diploma si laurea in architettura a Delhi, dove incontra il compagno di studi Gerard de Cunha. La coppia di trasferisce per qualche anno a Goa.

1984-1996
Tornata a Delhi, lavora per l'Istituto nazionale urbanistico e incontra il regista indipendente Pradip Krishen, che le offre una parte nel suo primo film di successo, Massey Sahib. Si sposano e scrivono insieme serie tv e film, mentre dal 1992 Arundhati mette mano a quello che diventerà il suo best seller.

1997
Pubblica Il dio delle piccole cose, storia semiautobiografica (la protagonista Ammu è in parte ispirata alla madre) che intreccia una storia d'amore con la critica radicale del sistema delle caste in India. Clamoroso successo internazionale tradotto in 21 lingue, vince il Booker Prize.

1998-2009
Mette da parte il lavoro di narratrice e negli anni successivi pubblica una decina di saggi politici e pamphlet polemici, pubblicati anche in italiano da Guanda, mentre milita appassionatamente sul fronte delle principali proteste e controversie indiane (la diga di Narmada, l'autonomia del Kashmir, il nucleare, l'occupazione delle terre in Kerala, la lotta alla corruzione) e internazionali (contro la guerra americana in Afghanistan e in Iraq).

2010-2014
Con il saggio Broken Republic (in marcia con i ribelli, 2012) denuncia l'escalation nella repressione militare del movimento maoista Naxalita, con l'ultimo saggio, Il Dottore e il Santo, una lunga presentazione di L'annientamento delle caste, scritto nel 1936 dal Padre della Costituzione indiana B.R. Ambekdar, attacca le ambiguità di Gandhi sul tema, tornando al centro di infuocate polemiche.