giovedì 21 agosto 2014

COMMENTO ALLA LETTURA BIBLICA


TERRA FRIABILE E ROCCIA


Matteo 16,13-20

13 Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». 14 Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15 Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». 16 Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17 E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. 18 E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20 Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.




Questo notissimo brano viene spesso presentato nella predicazione cattolica come la base su cui si fonda il primato di Pietro che tutti i suoi successori avrebbero in eredità.

Lasciando da parte tutte le dispute sull'origine del testo, Gesù riconosce la fede di Pietro, ma qui siamo mille miglia lontani dalla concezione del primato papale come si andò configurando nei secoli. Oggi tale interpretazione è pura ideologia a sostegno del potere, priva di ogni serietà esegetica. La letteratura esegetica e storica documenta ampiamente l'infondatezza di questa lettura dogmatizzante.

LA VITA E' UNA CONTINUA DOMANDA

Dunque, ancora una volta Gesù vuole riflettere sulla sua missione. Gli interessa sapere che cosa la gente pensa di lui e, soprattutto, che cosa ne pensano i discepoli/e.

Senza gli occhi degli altri nessuno capisce se stesso. Si vive e si realizza la propria "vocazione" dentro un cammino ed un intreccio di relazioni. Non si tratta di una pura curiosità, di un indovinello, ma di un bisogno reale. Evidentemente in lui i dubbi erano molti e radicali.

La gente ha capito molto di Gesù:lo ha giustamente collocato tra i profeti. Ma è chiaro che Gesù ha un interesse particolare a conoscere il pensiero dei discepoli e delle discepole. E Pietro, che anche in questo caso è il portavoce del gruppo, non si fa attendere: "Tu sei il Cristo , il figlio del Dio Vivente".

Si tratta, nel linguaggio ebraico di allora, di un aperto riconoscimento della missione di Gesù: per Pietro Gesù è il messia atteso. Lo chiama "Figlio del Dio vivente", cioè colui che ha ricevuto da Dio una missione tutta particolare, che vive con Dio una profonda intimità. Figlio di Dio è un'espressione presa dal linguaggio del Primo o Antico Testamento o e non significa mai Dio, ma un suo "funzionario", l'inviato, l'unto.....

Solo quando nel secondo secolo dell'era cristiana lentamente cominciammo a recidere le nostre radici ebraiche e nacque una religione autonoma dall'ebraismo (cosa mai pensata e progettata da Gesù), la metafora "Figlio di Dio" cominciò a designare un essere divino: pensiero totalmente estraneo al Gesù storico.

Il brano, dunque ci parla di questa profonda fede di Pietro e dei discepoli. Matteo, attraverso le parole di Pietro, invita la sua "comunità" a riconoscere in Gesù l'inviato, il testimone, il messia.

Oggi la mia fede si ritrova totalmente nelle parole di Pietro. Per me, come cristiano, Gesù è la manifestazione di Dio, il Suo testimone per eccellenza. Non è certamente Dio, ma è la creatura che in modo unico mi mette in contatto con Dio, mi svela la strada, la volontà di Dio, mi parla del Suo amore per il creato e per i più deboli in maniera del tutto singolare.

In Gesù, nella sua vita umana, tutto ci rimanda a Dio. Tutta la sua esistenza si spiega soltanto con il suo radicamento e con la sua relazione intima con Dio.

BEATO...SU QUESTA PIETRA...

Gesù loda Pietro per la sua fede e gli promette che, proprio per questa fede, potrà essere pietra di fondamento per i suoi fratelli e le sue sorelle e potrà far fronte a tutte le difficoltà che incontrerà nell'adempimento della sua missione.

Il linguaggio, pieno di citazioni e di metafore ebraiche, va compreso nella sua profonda espressività. Ad una lettura ingenua potremmo pensare che Gesù conferisca a Pietro dei poteri straordinari. Nulla di tutto questo. Gesù rassicura Pietro che, se manterrà salda la sua fede in lui come inviato di Dio, nessuna avversità potrà fermarlo.

E' probabile che Matteo, scrivendo per la sua comunità degli anni 90 in un momento di incertezza e di contrasti, voglia enfatizzare la fede di Pietro che in momenti difficili era stato la pietra, cioè il riferimento evangelicamente autorevole per ritrovare la strada del Vangelo.

Ma in ogni caso questa promessa è fatta a Pietro che più volte si era comportato non da roccia, ma da terra friabile. Pietro non avrà nulla da pavoneggiarsi, ma dovrà semplicemente fidarsi ed affidarsi. Infatti tutta la testimonianza delle Scritture ci parla di un Pietro che sbaglia, che fraintende, che merita il duro appellativo di satana, di Pietro che piange e tradisce.....

Ma questo uomo fragile ha buttato tutta la sua vita nella sequela di Gesù. Egli, senza mai essere un eroe, è stato una delle “colonne” delle comunità delle origini per la sua fedeltà e perseveranza. Le Scritture del Secondo Testamento lasciano tracce evidenti di questa contraddizione.

UNA PROMESSA PER CIASCUNA E CIASCUNO DI NOI

Non ci è chiesto di essere “persone infrangibili”, eccezionali. La fede non mira a creare degli eroi o dei santi, ma dei testimoni del Vangelo dentro una condizione di fragilità.

Non lasciamoci sedurre dall'illusione di diventare persone invulnerabili, inossidabili. Pietro è “grande” proprio per questa sua umanità friabile, da lui totalmente accolta e rimessa nelle mani di Dio .

Ci basti essere quello che siamo, persone comuni che non nascondono i tratti della loro precaria umanità. Allora potremo sentire su di noi quel “beato te” che inondò il cuore di Pietro e potremo diventare a nostra volta, secondo il dono di Dio, una pietra di appoggio, un' oasi di riposo, una presenza accogliente ed accompagnatrice per altri uomini e donne come noi.