giovedì 16 ottobre 2014

"AMORE" TI PREGO, FAMMI VENDERE

Pare che il teologo Vito Mancuso non abbia battuto ciglio quando l'editore Garzanti gli ha proposto per la copertina della sua "piccola filosofia dell'amore" un cuoricino tra "Io"e "amo" su sfondo bianco, proprio come le magliette "I love New York". Anzi, l'autore di L'anima e il suo destino e Io e Dio, fiutando il vento editoriale, si è lanciato in una dissertazione sull'amore che si apre col racconto di quando Eros lo trafisse per la prima volta e prosegue sviscerando il tema tra miti e pozioni magiche a base di sangue mestruale.

Il teologo, però, è in buona compagnia. Perché se la saggistica ormai è tutto un fiorire di saggi sull'amore, ancor di più nei romanzi il lessico amoroso entra nei titoli, colonizza le schede per i distributori, contamina, invadendole di cuoricini e simboli d'amore, le quarte e le prime di copertina. E non solo della letteratura rosa, magari in versione selfpublishing. L'ultimo Augias, ad esempio, lasciati i segreti urbani e le inchieste religiose, è appena uscito con il romanzo Il lato oscuro del cuore (Einaudi), mente L'amore che ti meriti è l'ultimo libro di Daria Bignardi. Anche Andrea De Carlo, dopo le fatiche di Masterpiece, ha appena dato alle stampe Cuore primitivo, dove addirittura il rumore del muscolo cardiaco appare nella scrittura quando le emozioni prendono il sopravvento, mentre la scrittrice Romana Petri ha pubblicato Giorni di spasimato amore (Longanesi).

Ma l'amore si infila pure quando l'argomento è tutt'altro: è il caso del libro di papa Francesco (Piemme), che parla di giustizia, tema però che finisce nel sottotitolo, preceduto da un più attraente L'amore è contagioso.

Per rendersi conto di quanto Cupido abbia contagiato la nostra editoria, ormai fatta soprattutto di micro-passioni urbane, di amori e piccoli adulteri ai tempi della crisi, basta provare a sondare le reazioni di un editore alla proposta di un romanzo di fantascienza o persino di un saggio storico - una lunga risata, a meno che, ovviamente, non si tratti di una tresca tra alieni o la Storia diventi un pallido sfondo per amanti e amati - oppure divertirsi a contare la mole di titoli con la parola "amore": circa 550 solo nel 2014: il doppio esatto, tanto per dare un'idea, di quelli con la parola "Dio". Una continua variazione sul tema, che lascia sfiancati i redattori, e che spazia dalle domande - L'amore sai cos'è?, L'amore fa ancora rima con cuore? - all'amore variamente aggettivato - L'amore amaro, L'amore fragile, L'amore in bianco e nero, L'amore oltre, L'amore a pezzi - fino alle locuzioni amorose che alludono a processi e misteriosi meccanismi - Quando l'amore è venuto a cercarmi, Volevo solo un po' d'amore, Finché amore non ci separi.

Ma perché questa rincorsa al sentimento? Forse per scaldare i cuori congelati dalla crisi? È probabile, secondo Alice Di Stefano, editor e autrice di Publisher, storia ironica del suo matrimonio con l'editore Elido Fazi: l'ondata retorica sull'amore, con "titoli che spesso acchiappano anche me", è soprattutto la risposta al bisogno di sentimenti ai tempi della spending review. Un'esigenza senza tempo, al contrario, per Chiara Gamberale, autrice di Quattro etti d'amore, grazie: "Credo che chi scrive d'amore non lo faccia perché l'amore in libreria "tira", ma per vocazione, perché ne ha bisogno. Personalmente scrivo di alchimie umane perché davvero non me ne frega niente di niente che non siano le persone e la loro interiorità.

Secondo lo scrittore Giuseppe Scaraffia, il gran ritorno del sentimentalismo potrebbe essere da un lato una reazione al dovere della vita libertina degli ultimi anni - ma ancor più probabilmente è il risultato del "rovesciamento del rituale amoroso per cui l'uomo non è più un cacciatore, ma una preda timida e riluttante". Insomma anche gli uomini "vogliono solo quello, l'amore". Così, mentre i nostri scrittori, abbandonata la piazza, scrivono di sentimenti, a parlare di politica sono sempre di più, in un curioso rovesciamento, ragazzine, magari di altri paesi, "come Malala, autrice di Io sono Malala" spiega Paolo Zaninoni, direttore editoriale di Garzanti, lo stesso editore di Mancuso. Progresso? Regresso? È possibile che l'editoria della stanza da letto immemore del fatto che il potere condiziona il modo di amare e viceversa, non aiuti a cambiare il mondo. E talvolta, passeggiando tra gli scaffali, tra impalpabili emozioni e intimi tormenti, si avverte qualche nostalgia di certi pamphlet - come Sputiamo su Hegel, Taci, anzi parla, È già politica, tanto per ricordare un'autrice come Carla Lonzi dove di amore si parlava, ma in termini libertari, ironici e radicali. E soprattutto politici.

(Elisabetta Ambrosi, Il Fatto Quotidiano, 4 ottobre)