martedì 4 novembre 2014

IL CAPITALISMO ZEN

Su Salon la Van Valkenburgh, che è una giovane ricercatrice di sociologia alla University of California-Santa Barbara, denuncia l'emergere di una nuova «meritocrazia spirituale» dentro le grandi aziende americane. La sua tesi è questa: investendo in «valori spirituali», e usando come percorso iniziatico lo yoga, il buddismo, la Mindfulness, si fanno accettare ai propri dipendenti (e in senso lato alla società nel suo insieme) dei sistemi ingiusti, pieni di privilegi arbitrari, segnati da barriere sociali, razziali o sessiste. Di certo costa meno offrire corsi di yoga a tutti, che rivedere una struttura retributiva dove il chief executive guadagna 400 volte lo stipendio del suo dipendente medio, e l'ultimo dei fattorini arriva a stento al salario minimo di sopravvivenza.
Il filosofo Slavoj Zizek aveva già tuonato contro la nuova moda del capitalismo buddista, rispolverando la celebre definizione che Karl Marx diede delle religioni come "oppio dei popoli". Quelle orientali non sono al riparo dai sospetti. Le grandi rivoluzioni comuniste in Cina e in Vietnam all'origine presero di mira il buddismo come una religione oppressiva, perché poteva essere usato per imporre la rassegnazione, la passività delle masse. L'induismo del karma, è la stessa religione che per millenni ha codificato le caste: ciascuno deve rimanere al posto che gli è assegnato dalla nascita.
In America il capitalismo zen trova un terreno fertile. Dai tempi di Dale Carnegie, celeberrimo autore del manuale su Come conquistarsi amici e influenzare la gente, gli americani sono stati per un secolo degli avidi consumatori di insegnamenti sul "self-improvement", il miglioramento di sé. L'ideale dell'American Dream si basa sulla convinzione che questa è la società di tutte le opportunità: qui chiunque può partire dal basso, e costruirsi il successo contando solo sulle proprie forze, il talento, la tenacia e il lavoro. Portata alle estreme conseguenze la cultura americana del self-improvement combacia con l'iperindividualismo la concorrenza spietata. Espelle dall'orizzonte ogni conflitto sociale. Ognuno migliora il proprio destino investendo in sé stesso, non coalizzandosi con propri compagni di lavoro per conquistare più diritti collettivi.
Il capitalismo zen è la versione aggiornata di quella cultura. Il saluto yoga al sole, se praticato ignorando la società che abbiamo attorno può trasformare in docili esecutori degli ordini che arrivano dall'alto? La scommessa di chi investe in questi corsi «per creare un buon clima in azienda,  un'etica condivisa un ambiente di lavoro sereno e costruttivo», è abbastanza trasparente.

MEDITAZIONE
Fin dal 2007 i lavoratori di Google possono iscriversi al programma "Search Inside Yourself", guarda dentro te stesso, che consiste in corsi di meditazione e yoga.

ALL' ARIA APERTA
Compagnie come Mtv, Ibm e At&t offrono agli impiegati attività all'aperto come tornei di croquet ed escursioni.

PALESTRE  IN UFFICIO
Pepsi Cola, ma anche Hbo e Forbes hanno palestre agli interni dei loro uffici dove offrono corsi di Pilates, Yoga e anche il ben più attivo Spinning.

SEMINARI
Facebook, Twitter e Linkedin organizzano ciclicamente seminari su come mantenersi calmi e trovare la serenità.

Federico Rampini
(Repubblica 28 ottobre)