martedì 30 dicembre 2014

COMMENTO ALLA FESTA LITURGICA DEL PRIMO GENNAIO


DIO NON HA MADRE

«(I pastori) andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo ». (Lc 2, 16-21).



Provo sgomento davanti al titolo della "festa" liturgica del 1°gennaio: Maria Santissima Madre di Dio.

Per me di "santo, santo, santo" c'è solo Dio. Non mi scosto di un palmo da questa fede che animò tutta la vita di Gesù. Si tratta di una delle tante "stravaganze mariane" solo uguagliata da quelle contenute nella "Salve Regina".

Il processo di iconizzazione dal secondo secolo coinvolse una parte del movimento di Gesù. Verso il 120-135 avvenne, non ancora in tutte le comunità, una rottura profonda con l'ebraismo già sulla figura di Gesù.

Il culto di Maria cominciò a svilupparsi dopo i primi tre secoli e fa parte del culto delle "grandi madri". In questo processo nei secoli successivi Maria di Nazareth dalle "colline della Galilea"sarà sollevata tra le costellazioni celesti come Theotokos, madre di Dio, nuova incarnazione della grande Madre dell'Eurasia, in sostituzione della detronizzata Diana degli Efesini.

Fu il Concilio di Efeso (431) che definì Maria , madre di Dio. Nestorio, patriarca di Costantinopoli, tentò di opporsi al titolo di Thetokos perché- sosteneva - si sarebbe attribuito a Maria anche la maternità di Dio Padre..

Il Concilio di Efeso, tra contrapposizioni ed inganni, sconfisse la proposta di Nestorio che voleva chiamare Maria "madre di Cristo" cioè Cristotokos.

"Il 22 giugno Cirillo prese l'iniziativa, riunì nella chiesa di Santa Maria il Concilio, lo dichiarò aperto e ne assunse la presidenza. Per protesta, Nestorio e i suoi si ritirarono dall'assemblea. I delegati papali non erano ancora arrivati. Fu così facile per Cirillo , che voleva il titolo di Madre di Dio , dare lettura di una sua lettera a Nestorio, con la quale gli contestava l'errore... La sera stessa il Concilio fu chiuso tra le urla e le acclamazioni dei fedeli: "Sia lodata la Theotokos e lunga vita a Cirillo".

Il giorno 26 giugno giunsero i vescovi di Siria, cui si unì Nestorio e scomunicarono Cirillo. Il 10 luglio arrivarono finalmente i delegati papali, che aprirono una seconda sessione e scomunicarono Nestorio.... In breve : la questione venne decisa dall'autorità imperiale, come era sempre avvenuto da Nicea in poi". ( Marco Vannini, Il mito di Maria, pg 168)

Da quel momento in poi si diffuse un po' ovunque questa idolatria, questo "cancro del cristianesimo" (Karl Barth) che è la mariologia. Nacque, sulla credulità di tanti cristiani onesti, quel "mercato mariano" tuttora in florida fortuna.

In una chiesa patriarcale una "divinità femminile", cioè una dea, serve da elemento equilibratore e seducente. Fino alle allucinazioni di Radio Maria.

Si creò l'alibi per formulare la tesi della teologia e religiosità popolare. Sul bisogno reale di una religione più al femminile, la gerarchia ha promosso un devozionalismo che soddisfacesse sentimentalmente il bisogno di una "dea". Non a caso questo avvenne ad Efeso, dove il culto di Diana era stato fiorente.

Nei secoli è diventato evidente come questa esaltazione sovrumana di Maria costituì la giustificazione dell'antifemminismo delle strutture e della teologia. Si determinò infatti l'esaltazione di una donna vergine e madre, asessuata e fuori dalla realtà, a tutto scapito delle altre donne che furono relegate in un ruolo di totale subalternità.

C'è di peggio: questo insistere sulla verginità di Maria deprezzò la vita nelle sue dimensioni affettive e sessuali. Si giunse a dire che Maria vergine era uil più alto modello di donna.

E' ovvio che la fede cristiana può prescindere totalmente da queste formulazioni dogmatiche, che non hanno il minimo aggancio e fondamento nelle Scritture, che vengono volgarmente utilizzate per dimostrare i dogmi.

Questo va detto e predicato con piena libertà. Infatti, tanto per restare alla festa odierna, non esiste alcun rapporto tra il testo riportato oggi e la dogmatica mariologica di cui abbiamo piene le orecchie nelle liturgie di queste settimane.

Il testo di Luca è una bella leggenda teologica che, nel linguaggio simbolico vuole mettere al centro il dono che Dio ha fatto all'umanità nella persona di Gesù.


VOGLIO DIRE

Noi teologi abbiamo il dovere di attenerci al dato biblico e di mettere a disposizione gli studi storici per far conoscere come si sono formate le dottrine, i dogmi, tra intrecci e calcoli politici, spesso del tutto estranei alla fede e alla Bibbia. Guai a privare il popolo di Dio delle conoscenze storiche serie.

Inoltre, come cristiano che ama molto la testimonianza di fede di Maria , la madre di Gesù, soffro per queste mistificazioni.

Amo Maria e posso immaginare il suo itinerario di Madre del profeta sconfitto. Di lei, della sua fede, ho scritto centinaia di pagine che qui non posso riportare. Amo la Maria vera, non la statuina di gesso. Amo soprattutto questa donna reale che fece fatica a capire questo suo figlio “pazzo”. Amo Maria che, superato lo scandalo della croce, sarà nel cenacolo con i discepoli e con le discepole per diventare una di loro.