DIO
NON HA MADRE
«(I
pastori) andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il
bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono
ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano
si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua,
custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se
ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano
udito e visto, com'era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo ». (Lc 2, 16-21).
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo ». (Lc 2, 16-21).
Provo
sgomento davanti al titolo della "festa" liturgica del 1°gennaio: Maria
Santissima Madre di Dio.
Per
me di "santo, santo, santo" c'è solo Dio. Non mi scosto di
un palmo da questa fede che animò tutta la vita di Gesù. Si tratta
di una delle tante "stravaganze mariane" solo uguagliata da
quelle contenute nella "Salve Regina".
Il
processo di iconizzazione dal secondo secolo coinvolse una parte del
movimento di Gesù. Verso il 120-135 avvenne, non ancora in tutte le
comunità, una rottura profonda con l'ebraismo già sulla figura di
Gesù.
Il
culto di Maria cominciò a svilupparsi dopo i primi tre secoli e fa
parte del culto delle "grandi madri". In questo processo
nei secoli successivi Maria di Nazareth dalle "colline della
Galilea"sarà sollevata tra le costellazioni celesti come
Theotokos,
madre di Dio,
nuova incarnazione della grande Madre dell'Eurasia, in sostituzione
della detronizzata Diana degli Efesini.
Fu
il Concilio di Efeso (431) che definì Maria , madre di Dio.
Nestorio, patriarca di Costantinopoli, tentò di opporsi al titolo di
Thetokos perché- sosteneva - si sarebbe attribuito a Maria anche la
maternità di Dio Padre..
Il
Concilio di Efeso, tra contrapposizioni ed inganni, sconfisse la
proposta di Nestorio che voleva chiamare Maria "madre di Cristo"
cioè Cristotokos.
"Il
22 giugno Cirillo prese l'iniziativa, riunì nella chiesa di Santa
Maria il Concilio, lo dichiarò aperto e ne assunse la presidenza.
Per protesta, Nestorio e i suoi si ritirarono dall'assemblea. I
delegati papali non erano ancora arrivati. Fu così facile per
Cirillo , che voleva il titolo di Madre di Dio , dare lettura di una
sua lettera a Nestorio, con la quale gli contestava l'errore... La
sera stessa il Concilio fu chiuso tra le urla e le acclamazioni dei
fedeli: "Sia lodata la Theotokos e lunga vita a Cirillo".
Il
giorno 26 giugno giunsero i vescovi di Siria, cui si unì Nestorio e
scomunicarono Cirillo. Il 10 luglio arrivarono finalmente i delegati
papali, che aprirono una seconda sessione e scomunicarono
Nestorio.... In breve : la questione venne decisa dall'autorità
imperiale, come era sempre avvenuto da Nicea in poi". ( Marco
Vannini, Il mito di Maria, pg 168)
Da
quel momento in poi si diffuse un po' ovunque questa idolatria,
questo "cancro del cristianesimo" (Karl Barth) che è la
mariologia. Nacque, sulla credulità di tanti cristiani onesti, quel
"mercato mariano" tuttora in florida fortuna.
In
una chiesa patriarcale una "divinità femminile", cioè una
dea, serve da elemento equilibratore e seducente. Fino alle
allucinazioni di Radio Maria.
Si
creò l'alibi per formulare la tesi della teologia e religiosità
popolare. Sul bisogno reale di una religione più al femminile, la
gerarchia ha promosso un devozionalismo che soddisfacesse
sentimentalmente il bisogno di una "dea". Non a caso questo
avvenne ad Efeso, dove il culto di Diana era stato fiorente.
Nei
secoli è diventato evidente come questa esaltazione sovrumana di
Maria costituì la giustificazione dell'antifemminismo delle
strutture e della teologia. Si determinò infatti l'esaltazione di
una donna vergine e madre, asessuata e fuori dalla realtà, a tutto
scapito delle altre donne che furono relegate in un ruolo di totale
subalternità.
C'è
di peggio: questo insistere sulla verginità di Maria deprezzò la
vita nelle sue dimensioni affettive e sessuali. Si giunse a dire che
Maria vergine era uil più alto modello di donna.
E'
ovvio che la fede cristiana può prescindere totalmente da queste
formulazioni dogmatiche, che non hanno il minimo aggancio e
fondamento nelle Scritture, che vengono volgarmente utilizzate per
dimostrare i dogmi.
Questo
va detto e predicato con piena libertà. Infatti, tanto per restare
alla festa odierna, non esiste alcun rapporto tra il testo riportato
oggi e la dogmatica mariologica di cui abbiamo piene le orecchie
nelle liturgie di queste settimane.
Il
testo di Luca è una bella leggenda teologica che, nel linguaggio
simbolico vuole mettere al centro il dono che Dio ha fatto
all'umanità nella persona di Gesù.
VOGLIO DIRE
Noi
teologi abbiamo il dovere di attenerci al dato biblico e di mettere a
disposizione gli studi storici per far conoscere come si sono formate
le dottrine, i dogmi, tra intrecci e calcoli politici, spesso del
tutto estranei alla fede e alla Bibbia. Guai a privare il popolo di
Dio delle conoscenze storiche serie.
Inoltre,
come cristiano che ama molto la testimonianza di fede di Maria , la
madre di Gesù, soffro per queste mistificazioni.
Amo
Maria e posso immaginare il suo itinerario di Madre del profeta
sconfitto. Di lei, della sua fede, ho scritto centinaia di pagine che
qui non posso riportare. Amo la Maria vera, non la statuina di gesso.
Amo soprattutto questa donna reale che fece fatica a capire questo
suo figlio “pazzo”. Amo Maria che, superato lo scandalo della
croce, sarà nel cenacolo con i discepoli e con le discepole per
diventare una di loro.