domenica 25 gennaio 2015

Un Piano per ricostruire la Grecia

Il risul­tato delle ele­zioni poli­ti­che del 2012 in Gre­cia ha colto di sor­presa la classe poli­tica greca e l'establishment poli­tico euro­peo. Syriza, un par­tito di sini­stra che fino a quel momento non aveva otte­nuto più del 5% dei voti, è arri­vato secondo con il 26%, diven­tando il prin­ci­pale par­tito di opposizione.
Que­sto fatto ha colto di sor­presa poli­tici euro­pei e cre­di­tori del paese elle­nico, che hanno impo­sto ai cit­ta­dini greci pesan­tis­sime misure di auste­rità pro­prio per sal­vare le ban­che cre­di­trici di Atene. Dall'inizio del 2010 la coa­li­zione di Syriza si è oppo­sta con forza al cosid­detto Pro­gramma di aggiu­sta­mento eco­no­mico, soste­nendo che esso potesse sol­tanto peg­gio­rare le con­di­zioni del paese, nono­stante rap­pre­sen­tasse un fat­tore di ras­si­cu­ra­zione per la finanza. Cin­que anni più tardi le previsioni di Syriza si sono tri­ste­mente avve­rate. L'economia greca si è ridotta di più di un quinto, la disoc­cu­pa­zione è più che tri­pli­cata, col­pendo più dura­mente le fasce più gio­vani della popolazione che sono emi­grate in gran numero, il wel­fare state è scom­parso, la mise­ria sociale è esplosa con la scom­parsa della classe media e l'impoverimento delle fasce più povere.
Syriza sostiene che il Piano di aggiu­sta­mento eco­no­mico deve essere sosti­tuito con un Piano di ricostru­zione nazio­nale, com­po­sto da quat­tro ele­menti fon­da­men­tali: affron­tare la crisi uma­ni­ta­ria che sta vivendo il paese; rilan­ciare l'economia e rifor­mare il sistema fiscale pro­muo­vendo poli­ti­che con­tri­bu­tive giu­ste; aumen­tare l'occupazione; rifor­mare il sistema poli­tico nazio­nale in modo da pro­muo­vere i pro­cessi deci­sio­nali democratici.
In par­ti­co­lare, per alle­viare l'impatto della crisi sulle fasce più deboli della società sono state già pia­ni­fi­cate una serie di poli­ti­che di emer­genza: elet­tri­cità gra­tis per le fami­glie sotto la soglia di povertà, buoni pasto alle fami­glie senza red­dito, sus­sidi per l'affitto, cure medi­che gra­tuite per i disoc­cu­pati con assi­cu­ra­zione sani­ta­ria sca­duta, tra­sporti pub­blici gra­tis per i disoc­cu­pati da più tempo e per quelli sotto la soglia di povertà, ridu­zione delle accise sul petro­lio da riscal­da­mento (non per i tra­sporti) e la rein­tro­du­zione della tre­di­ce­sima per i pen­sio­nati che rice­vono meno di 700 euro al mese.
Rilan­ciare l'economia è un obiet­tivo di eguale impor­tanza. Uscire dalla spi­rale defla­zio­ni­stica nella quale è entrato il paese è uno degli obiet­tivi poli­tici prin­ci­pali. Per que­sto motivo sono state pianificate misure che pre­ve­dono sia il rilan­cio della domanda dome­stica sia misure che cor­reg­gano le ingiu­sti­zie di un sistema di con­tri­bu­zione fiscale alta­mente regres­sivo. A que­sto fine Syriza propone di alzare di nuovo a 751 euro il sala­rio minimo men­sile, ridotto a 516 euro, e un pro­gramma bien­nale di crea­zione di posti di lavoro. In una pro­spet­tiva di lungo periodo le ini­zia­tive per la crescita inclu­dono la fon­da­zione di una banca pub­blica per gli inve­sti­menti, insieme a due isti­tuti di pre­stito pub­blici che ero­ghino cre­dito a con­ta­dini e medio pic­coli impren­di­tori. Sul piano europeo, un even­tuale governo Syriza si atti­ve­rebbe a sup­porto del quan­ti­ta­tive easing e dell'acquisto di titoli gover­na­tivi da parte della Bce, come anche a esclu­dere gli inve­sti­menti pubblici dalle restri­zioni con­te­nute nel Patto di sta­bi­lità. Per finire, la tra­sfor­ma­zione del sistema poli­tico nazio­nale include anche l'adozione di misure che raf­for­zino i mec­ca­ni­smi di demo­cra­zia diretta e rap­pre­sen­ta­tiva, includendo la ria­per­tura della tele­vi­sione pub­blica (Ert) chiusa nel giu­gno del 2013 dall'attuale governo.
Riguardo al debito pub­blico, Syriza pro­pone una con­fe­renza euro­pea, dove si discu­tano pro­prio la que­stione del sovra-indebitamento e le pos­si­bili solu­zioni alla luce di quelle che erano state le politi­che sug­ge­rite nella con­fe­renza di Lon­dra del 1953 per fron­teg­giare il debito della Ger­ma­nia post-bellica. L'obiettivo del par­tito è quello di avere gran parte del debito pub­blico can­cel­lato e gli inte­ressi sul rima­nente indi­ciz­zati ai tassi di cre­scita del paese. Seb­bene nel 2013 il con­gresso del par­tito abbia deciso che le solu­zioni di poli­tica eco­no­mica per il paese siano da cer­care all'interno della moneta unica, que­sto obiet­tivo non sarà rispet­tato ad ogni costo.
Le pro­spet­tive per l'economia greca sono a dir poco dif­fi­cili. Il paese ha sof­ferto dura­mente i danni della crisi eco­no­mica e delle poli­ti­che di auste­rità che hanno indotto la Gre­cia ad una delle più profonde reces­sioni tra i paesi Ocse. È stato sti­mato che dall'inizio della crisi la per­dita poten­ziale di Pil ammonta al 30% nel 2013, dato che è sti­mato cre­scere fino al 35% nel 2015. Una tale per­dita rende la capa­cità di ripresa ai livelli di cre­scita pre-crisi del paese estre­ma­mente dif­fi­col­tosa. Per que­sta ragione le poli­ti­che pro­po­ste da Syriza non sono solo neces­sa­rie ma essen­ziali per l'economia, la società e la soprav­vi­venza poli­tica del paese.
(traduzione di Alessandro Bramucci)
Marika Frangakis

(il Manifesto 16 gennaio)