domenica 8 febbraio 2015

RIABILITAZIONI?

E' partita alla grande una campagna di appelli per la riabilitazione di teologi censurati o estromessi, persone che hanno anteposto la loro coscienza alla loro carriera.
Ma questa campagna non mi convince per alcuni motivi:
1) Ora che stanno per morire, li si riabilita a livello ufficiale. Se non si riconosce che hanno agito in conformità al Vangelo, se non si riconosce la validità delle loro ricerche e non le si mette a frutto, trovo che questa possa diventare un'operazione buonista e ipocrita.
2) Chi ha combattuto per amore del Vangelo e degli ultimi-ultime non sente, a mio avviso, alcun bisogno di essere riabilitato. La domanda che ha guidato e guida queste esistenze è molto precisa: "Cerco di essere fedele al Vangelo e cerco di fare la mia parte nell'impegno di liberazione?". E' evidente che una tale scelta ha messo in conto la "punizione" delle gerarchie.
3) La riabilitazione apre la porta ad un'altra ambiguità: si prepara a queste persone un onorato funerale in pompa magna, con elogi che risultano parte di un progetto annessivo e manipolatorio.
Io queste persone le ho amate e difese come maestri e padri e madri della mia fede e non ho atteso la loro morte per riconoscere in loro i profeti di un tempo nuovo per la nostra fede.
Sinceramente, per quanto mi riguarda, mi rigirerei nella cassa da morto a sentire l'elogio del mio vescovo o di un suo successore....
Ricordiamo l'ammonimento che ci viene esplicitamente dal  Vangelo: "Guai a voi ....che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti....." (Matteo 23, 29).
don Franco Barbero