martedì 17 marzo 2015

Seul. L'attacco all'ambasciatore americano in Corea del Sud

«Le due Coree devono essere riunite»

Nella notte tra mer­co­ledì e gio­vedì, la prima mat­tina in Asia, l'ambasciatore ame­ri­cano in Corea del Sud, Mark Lip­pert, è stato aggre­dito durante un inter­vento ad un incon­tro dedi­cato pro­prio alla riu­ni­fi­ca­zione delle due Coree.
Stando a quanto rico­struito l'aggressore ha avvi­ci­nato Lip­pert alle spalle prima che que­sto ini­ziasse il suo inter­vento, lo ha spinto verso il tavolo e lo ha col­pito, pro­vo­can­do­gli una ferita.
«Le due Coree devono essere riu­nite», ha urlato prima di col­pire il diplo­ma­tico. L'aggressore, Kim Ki Jong, 55 anni, ha anche gri­dato slo­gan con­tro le eser­ci­ta­zioni con­giunte tra Stati uniti e Corea del sud che sono ini­ziate lunedì.
Kim, mem­bro di un gruppo che appog­gia la riu­ni­fi­ca­zione tra le due Coree, era stato con­dan­nato nel 2010 per aver lan­ciato bloc­chi di calce con­tro l'allora amba­scia­tore giap­po­nese a Seul.
L'attacco è avve­nuto in uno dei momenti annual­mente più tesi tra le due Coree, per­ché sono in corso le eser­ci­ta­zioni mili­tari Usa - Corea del Sud (pre­ce­dute dal lan­cio di alcuni mis­sili da parte della Corea del nord).
E ieri è arri­vata la rea­zione all'accaduto anche di Pyon­gyang, che ha defi­nito l'attacco «un giu­sto castigo» nei con­fronti della Corea del Sud e di Washing­ton, impe­gnati in mano­vre mili­tari congiunte.
«Un giu­sto castigo per gli ame­ri­cani bel­li­ci­sti», ha tito­lato l'agenzia di stampa nor­d­co­reana Kcna, che qua­li­fica l'aggressione all'ambasciatore come «un atto di resi­stenza» con­tro la pre­senza americana nella peni­sola coreana.
Simone Pieranni

(Il Manifesto 6 marzo)