giovedì 11 giugno 2015

I SACERDOTI CRISTIANI SPINA NEL FIANCO DEI POTERI PREDATORI

Il vescovo della diocesi brasiliana di Xingu, Erwin Kräutler; da dieci anni gira con la scorta. Il 12 febbraio 2005 due sicari hanno freddato a colpi di pistola la sua principale collaboratrice suor Dorothy Stang e da allora è sotto protezione giorno e notte. Nello Stato del Parà in cui vive, Kräutler è in guerra contro le multinazionali che minacciano l'Amazzonia e quella causa gli ha guadagnato molti e pericolosi nemici, in particolare da quando attacca il progetto della centrale idroelettrica di Belo Monte: la terza al mondo per imponenza e i cui lavori distruggeranno ben 1.500 chilometri quadrati di foresta e inonderanno un terzo della città di Altamira, costringendo una parte degli abitanti ad abbandonarla. Approvata nonostante le proteste, la centrale è già in cammino e al vescovo non resta che vigilare  affinché coloro che vivono nella zona, in maggioranza indigeni, «vengano trattati umanamente». Nel frattempo è stato incaricato da papa Francesco di collaborare all'Enciclica su poveri e creato. Monsignor Kräutler è un personaggio singolare, ma la sua storia di religioso ambientalista è sempre più comune in America Latina: dove la marcia verso lo sviluppo si scontra spesso con progetti poco sostenibili dalle ricadute esili rispetto ai danni. A lottare per l'ambiente ci sono vescovi legati alla Teologia della Liberazione ma anche moderati come l'arcivescovo peruviano Pedro Barreto, presidente del Dipartimento di Giustizia e Solidarietà del Consiglio Episcopale Latinoamericano: non solo si è schierato contro il complesso metallurgico Doe Run-La Oroya che pretendeva di differire la presentazione di un piano ambientale, ma ha co-fondato una rete panamazzonica per monitorare gli effetti delle grandi opere sull'Amazzonia e forse per questo è stato minacciato di morte. Minacce e difesa dell'ambiente sono d'altronde un binomio classico, come sa bene il sacerdote argentino Omar Quinteros, che lotta accanto agli abitanti di Famatina per impedire l'apertura di una miniera che contaminerebbe l'aria con il cianuro e ridurrebbe l'acqua alla popolazione: minacciato a più riprese, è stato denunciato, qualche giorno fa, per aver dato fuoco agli alloggi allestiti per i lavori. Lui nega, ed è probabile che l'accusa sia una montatura, ma è vero che è diventato un osso durissimo per la Osisko, l'impresa canadese che ha in gestione la miniera, spalleggiata dal governatore della provincia, accusato da Quinteros di non aver consultato la popolazione come vuole la legge. E' anche per protestare contro questa inosservanza che il sacerdote, alla guida dei suoi concittadini, blocca il transito ai camion dell'impresa e suona le campane quando arrivano gli operai. Noto per il suo impegno per l'ambiente è il vescovo brasiliano di Roraima Roque Paloschi, autore di un documento in cui denuncia decine di progetti di centrali idroelettriche in Amazzonia dai contraccolpi incalcolabili sugli abitanti e sulla natura. Lo scorso marzo ha spiegato davanti alla Comisión Interamericana de Derechos Humanos le conseguenze delle pratiche estrattive in America Latina, con lui c'erano Barreto e il vescovo guatemalteco di Huehuetenango Álvaro Ramazzini, un altro pezzo da novanta della lotta ambientalista-religiosa: tuona da tempo contro le quattro miniere legali e le 168 non autorizzate che deturpano il suo Paese, lasciando in cambio briciole e conflitti sociali.  
Gabriella Saba

(il Venerdì 29 maggio)