mercoledì 8 luglio 2015

"DIFFICILE MANTENERE LE PROMESSE, I SACRIFICI SARANNO INEVITABILI"

Atene. "L'accordo con i creditori è l'unica soluzione possibile. Tsipras non ha un mandato per portare il paese fuori dall'euro. Se lo facesse, ci sarebbe un urgente problema di legittimità democratica ". Evangelis Venizelos, quanto a rapporti con la Troika, sa di cosa parla. E' stato fino a 15 giorni fa presidente del Pasok, partito che ha governato per 40 anni assieme a Nea Demokratia la Grecia, consegnandola nel 2010 in mano a Bce, Ue e Fmi.

Come vicepremier e ministro degli Esteri del governo Samaras è il vero architetto del memorandum firmato nel 2012 con le istituzioni. Il 25 gennaio il paese - stremato dall'austerity  -  ha consegnato il potere a Syriza. E i primi cinque mesi di governo, sostiene, hanno avuto un solo effetto: "Far lievitare il costo per salvare il paese".

Siamo al rush finale dei negoziati, come vede la situazione?

"Tsipras nelle ultime ore sembrava aver preso una decisione difficile ma obbligatoria e di cui sono contento: tenere la Grecia nel solco della Ue evitando di pilotarla verso un default incontrollato o la Grexit. A pagare il ritorno alla dracma sarebbero i più deboli. Ma siamo arrivati qui pagando un costo altissimo. L'economia si è fermata. A gennaio il Pil 2015 era previsto in crescita del 2,5%. Ora siamo a quota zero se non a rischio recessione. I sacrifici imposti ora dai creditori equivalgono al danno fatto da questi 150 giorni di inutile stallo nei negoziati. In confronto a quelli chiesti al nostro governo a fine 2014 con la mail ad Hardouvelis erano un gioco da ragazzi ".

Il premier però sta lottando per portare a casa la riduzione del debito...

"L'unica soluzione al problema del debito è quella già tracciata da noi nel 2012. Quando abbiamo ristrutturato quello con i creditori privati ridiscutendo il profilo dell'esposizione con le istituzioni. Lo si può fare anche ora. La verità è che Tsipras aveva promesso di stracciare il secondo memorandum e invece in queste ore sta concordando il memorandum 2,5. E tutti sanno che a stretto giro di posta arriverà il numero tre".

Ce la farà un eventuale compromesso a passare in Parlamento?

"Vedremo. Di sicuro Tsipras avrà difficoltà a venderlo al suo partito e a far approvare le riforme . Il suo vero errore è stata la narrativa pre-elettorale: la realtà è un'altra cosa".

E se invece non si arrivasse a un accordo?

"Il corpo elettorale non ha dato un mandato al premier per scontrarsi con l'Europa e nessuno può forzare la volontà del popolo. Se Tsipras si fa intrappolare dalle logiche interne di Syriza e dall'illusione di un conflitto pan-europeo  -  di cui fatico a capire i contenuti  -  allora emergerà urgentemente una questione di legittimità democratica. L'emergenza ora è portare subito a casa un compromesso ed evitare il baratro. L'opposizione farà la sua parte, Pasok compreso, se il premier sarà sincero. Le divisioni di Syriza? Sono un problema suo".

(Ettore Livini, Repubblica
5 luglio)