domenica 2 agosto 2015

«Giusto far pagare l’Ici alle scuole religiose»

Secondo la Cassazione, anche le scuole religiose devono pagare l'Ici, non possono godere dell'esenzione. Quella della 5/a sezione civile della Cassazione, che ha accolto un ricorso del Comune di Livorno, è la prima sentenza del genere in Italia su una questione finora così controversa. Una decisione che ha provocato allarme nel mondo cattolico, fino a prospettare la chiusura delle scuole paritarie, annunciata da don Francesco Macrì, presidente della Fidae, la Federazione Istituti di attività educative, che non ce la farebbero a reggere l'urto del fisco. L'esenzione, spiega la Cassazione, è infatti «limitata all'ipotesi in cui gli immobili siano destinati in via esclusiva allo svolgimento di una delle attività di religione e di culto» indicate dalla legge del 1985. Ed in esse «non rientra l'esercizio di attività sanitarie, ricettive o didattiche, salvo non sia dimostrato specificamente che le stesse non siano svolte con modalità non commerciali». Non basta che tali strutture possano operare in perdita: «questione priva di fondamento, perché anche un imprenditore può operare in perdita». Ed il giudice di primo grado ha sbagliato - secondo i giudici della Cassazione - a ritenere irrilevante ai fini dell'Ici il corrispettivo pagato dagli utenti delle scuole paritarie, poiché esso «è un fatto rivelatore dell'esercizio dell'attività con modalità commerciali».

(La Stampa 25 luglio)