giovedì 20 agosto 2015

La partita di Tsipras

IL REBUS DEL GOVERNO

Il suo problema più serio è invece da oggi proprio il fronte interno. Il passaggio in aula dell'intesa, salvo sorprese improbabili, è la solita formalità: un bel numero di dissidenti di Syriza voterà contro, ma i "sì" dell'opposizione europeista saranno più che sufficienti al via libera finale. Incassati gli aiuti, però, Atene entrerà – politicamente parlando – in terra incognita. Né il premier né l'opposizione hanno intenzione, almeno a parole, di allungare oltre l'esperimento "forzoso" di unità nazionale. La maggioranza però è implosa dal giorno in cui Tsipras ha dettò sì al nuovo memorandum. E la certificazione della rottura è stata solo rimandata al Congresso straordinario di Syriza di settembre, quando l'opposizione interna della Piattaforma di Sinistra – forte di una trentina di voti in aula e contraria al compromesso con l'ex Troika – potrebbe andare alla scissione.
Lo sbocco inevitabile per fare chiarezza, dice il tam tam sotto il Partenone, sono le elezioni anticipate. Il problema è quando. Il presidente del Consiglio, in teoria, potrebbe decidere di convocarle un secondo dopo lo sblocco degli aiuti, per evitare che gli elettori sentano sulla loro pelle il peso delle nuove misure d'austerity come le tasse per gli agricoltori e gli imponenti aumenti fiscali previsti a fine anno.
Ettore Livini

(Repubblica 12 agosto)