giovedì 29 ottobre 2015

COMPLOTTO PD – 5STELLE E VATICANO

ROMA. La ciambella per salvare il Pd da naufragio sicuro arriva, a sorpresa, dal Movimento 5 Stelle. «Se Marino dovesse rimangiarsi la parola data e presentarsi in aula, noi voteremo la sfiducia. E siamo pronti anche a fare una mozione congiunta con il Pd», annuncia in tv il consigliere pentastellato Marcello De Vito, già sfidante del chirurgo dem alle elezioni 2013.
Sono dunque i quattro grillini eletti in Campidoglio l'arma segreta per sfrattare il sindaco resistente. Sommando i voti del partito di maggioranza (19), del M5s (4), di Centro democratico (1) e di un esponente del Misto già avvicinato, si raggiungerebbe l'agognata quota 25, ovvero la metà più uno dell'aula, che determinerebbe lo scioglimento immediato dell'assemblea capitolina. Senza costringere il Pd a fare ciò che nessuno dei consiglieri vuol fare, ossia a far cadere Marino insieme alle destre». Così condannando all'irrilevanza l'alleato a sinistra: «Non voteremo la sfiducia con i fascisti», ribadisce per l'ennesima volta il capogruppo di Sel Gianluca Peciola, mentre il segretario Paolo Cento esorta «il sindaco a fare una mossa dopo la manifestazione di piazza».
Una strategia che però resta tutta da verificare. Il gruppo consiliare del Pd, riunito ieri per tentare di ritrovare l'unita, è infatti dilaniato. «Ognuno di noi ha posizioni molto diverse su ciò che potrebbe accadere», ha confermato alla fine Fabrizio Panecaldo: «Io sono per non fare atti contro il sindaco con chi ha sfasciato Roma. Non vorrei scrivere questa brutta pagina e potrei anche lasciare l'incarico da capogruppo».
Divisioni in cui Marino potrebbe infilarsi per provare a restare in piedi. Anche se «il suo è un arroccamento senza sbocco politico», lo ha stoppato ieri il vicesindaco Causi. Pronto, insieme ad altri otto assessori, a rassegnare dimissioni immediate qualora il primo cittadino dovesse ritirarle.
E mentre la fedelissima Alessandra Cattoi lancia un'ultima frecciata («Sfido qualsiasi altro leader del Pd a portare in piazza, da solo, senza un partito, tremila persone») il prefetto Gabrielli alza gli occhi al cielo: «Io non ho altra possibilità che aspettare, per me valgono le dimissioni. Se verranno confermate, il 2 novembre nominerò il commissario prefettizio. Certo, avremmo preferito una situazione più tranquilla, ma la macchina del Giubileo va avanti».
Giovanna Vitale

(Repubblica 27 ottobre)