venerdì 16 ottobre 2015

SCHEDA - Dall’Ici alla Tasi, tanti nomi per una tassa

L'Ici - imposta comunale sugli immobili - è stata istituita nel dicembre 1992, dall'allora governo Amato. Era stato lo stesso governo, pochi mesi prima e sull'onda dell'emergenza finanziaria, a far nascere la progenitrice di tutte queste tasse, l'Isi - imposta straordinaria sugli immobili. Dunque dall'anno fiscale 1993 l'imposta sugli immobili, cioè legata alla proprietà degli stessi, diventa stabile e il suo gettito è attribuito ai comuni. L'Ici diventa così la prima fonte di finanziamento dei comuni stessi, e sostituisce il trasferimento di fondi dallo stato centrale.
Nella campagna elettorale del 2006, Silvio Berlusconi annuncia di avere in programma l'abolizione dell'Ici sulle prime case. Non fu eletto, ma il tema caratterizzò la campagna elettorale. Vinta da Prodi, il quale con la legge finanziaria del 2007 riformò l'Ici sulla prima casa, aumentando le detrazioni fisse e dunque alleggerendola per i redditi più bassi. Il successivo governo Berlusconi, nel 2008, abolì invece del tutto l'Ici sulle prime case (con esclusione di ville, castelli e abitazioni signorili). Ma fu lo stesso governo Berlusconi a ripristinare una forma di imposizione fiscale sulle prime case, introducendo all'inizio del 2011 l'imposta municipale propria: alla quale diede vigore e aliquote il governo Monti, con l'introduzione dell'Imu (fine 2011), estesa anche all'abitazione principale. La legge di stabilita 2014 (governo Letta) ha tolto l'Imu alle prime case, però ha aggiunto un'altra tassa - la Tasi, che sta per: Tariffa sui servizi indivisibili - che va a coprire le spese dei comuni per i servizi che sono fruiti da tutti i residenti. Viene pagata sia dal proprietario che dal detentore dell'immobile (inquilino). R. C.

(Rocca n. 19/2015)