mercoledì 10 febbraio 2016

“Nessuna collaborazione con chi progetta armi”

Ieri altri tre docenti universitari torinesi, saliti così a trenta (duecento in Italia), hanno firmato la petizione che chiede di bloccare ogni collaborazione con il Technion di Haifa.
Presa di posizione che ha fatto alzare le barricate di altri colleghi, come Daniela Santus, che insegna Geografia culturale e che qualche anno fa aveva invitato a parlare un rettore israeliano e uno palestinese: «Il boicottaggio ricorda epoche buie, quando i libri di ebrei o eretici venivano messi al rogo. Certi intellettuali odiano Israele ben più di quanto amino i palestinesi». Tra i vice rettori le posizioni divergono molto. Silvio Aime, delegato per la ricerca, quando a novembre ci furono le prime proteste, disse: «Israele deve capire che non può continuare a opprimere i palestinesi». Per il prorettore Elisabetta Barberis, invece, «la ricerca e la politica non possono essere confuse». Posizione simile a quella del vicerettore per la ricerca Federico Bussolino.
Un gruppo di studenti si sta organizzando per sostenere l'appello dei docenti, mentre il dibattito invade i social network. «Qualcuno ci accusa di essere antisemiti o di fare politica – dice uno dei firmatari, il ricercatore di Fisica Alessandro Ferretti – non è così: ci preoccupiamo di come il nostro sapere verrà impiegato. Il Technion collabora con l'esercito e progetta armi». Silvia Pasqua, che siede nel cda di Unito, non è soddisfatta delle rassicurazioni dell'ateneo sul fatto che l'accordo non preveda sperimentazioni militari: «Se c'è anche il minimo dubbio, meglio fare un passo indietro». Al Poli finora nessuno ha firmato la petizione ma il professor Massimo Zucchetti, dipartimento di energia , si dice pronto a farlo: «Chi ci assicura che il Technion non userà a fini militari le nostre scoperte?».
Ma non è l'unico invito al boicottaggio: proprio in questi giorni una lettera al rettore del Poli Marco Gilli, firmata da molti professori, chiede di sospendere ogni collaborazione con le università turche che hanno sanzionato i docenti che avevano firmato un appello per la pace con i curdi. Richiesta analoga è arrivata anche all'Università. I due atenei si sono limitati a esprimere solidarietà.
(F. ASS.)

(La Stampa 2 febbraio)