sabato 16 aprile 2016

Modello Saluzzo. Era come Rosarno ora è un esempio

Tre anni fa Saluzzo era stata paragonata a Rosarno. Oggi è diventata un modello di integrazione. Unica diocesi del nord Italia a far parte del Progetto Presidio, diretto dalla Caritas e finanziato dalla Conferenza Episcopale, il Comune cuneese si sta preparando alla nuova ondata stagionale di migranti che affolleranno il foro boario fino a novembre per la raccolta della frutta. Ufficialmente sono attese 250 persone, ma è quasi certo che ne arriveranno almeno il doppio. Lo sa bene Luca Rinaudo, che assieme ad alcuni volontari ha fondato il gruppo Saluzzo Migrante: si occupano di accoglienza, integrazione, sistemazione delle centinaia di uomini che arrivano per la raccolta. «Solo il 20 per cento di loro lavora davvero sul territorio di Saluzzo - spiega Rinaudo - gli altri noleggiano una bicicletta e pedalano chilometri per raggiungere gli altri Comuni della frutta nel Cuneese dove trovano ingaggio». Per questo Saluzzo Migrante ha iniziato fin da gennaio un dialogo con tutti i Comuni per trovare sistemazioni che evitino una concentrazione eccessiva alla grossa tendopoli del foro boario, e permetta ai lavoratori di avvicinarsi ai campi dove lavoreranno. «Abbiamo aperto tavoli di lavoro con gli altri Comuni e chiesto una mappa dei luoghi che potrebbero essere usati per l'accoglienza».
Non si tratta quasi mai di persone nuove: i migranti stagionali restano viaggiatori anche dopo aver messo piede in Europa. Hanno tra i 18 e i 65 anni, si spostano a seconda delle coltivazioni, dei periodi, dei contatti presi fin dall'anno prima con gli agricoltori. Per questo anche a Saluzzo arrivano sempre gli stessi, qualcuno ha già una sistemazione, altri tornano al campo.
Aissa ha 32 anni e arriva dal Camerun.  Vive a Rosarno la maggior parte dell'anno ma a maggio sale al nord, nella Granda. Oltre a raccogliere frutta, monta nel campo anche una piccola officina di biciclette, il mezzo di trasporto più usato dai migranti stagionali durante la raccolta. Lui le ripara per pochi euro. «Succede spesso che chi ha altre competenze le metta a disposizione degli altri - spiega ancora Rinaudo - l'anno scorso ad esempio c'era un ragazzo che sapeva fare il calzolaio».
Una tenda o un tetto nei mesi di lavoro in Piemonte, in un luogo che, grazie a Caritas, è dotato di bagni e cucine, è solo il punto di partenza di un processo di integrazione che deve coinvolgere anche i cittadini e le amministrazioni. "In passato ci siamo accorti che chi vive a Saluzzo quasi non sapeva di queste centinaia di persone che arrivavano con la bella stagione. Per questo abbiamo cominciato ben prima del loro arrivo varie attività di sensibilizzazione come incontri nelle scuole».
Parte di questa organizzazione è costituita dal Progetto Presidio: una serie di sportelli dove i migranti possono chiedere l'aiuto di un medico, di un legale, di un sindacalista, e un ufficio per il rinnovo dei documenti. «Ognuno di questi esperti può dare risposte utili ai migranti. Ad esempio con il sindacalista organizziamo incontri di gruppo perché se i lavoratori conoscono i loro diritti non cadono vittime di fenomeni come il caporalato». Il grosso degli stagionali arriveranno a metà maggio, un po' prima del solito visto che il clima caldo sta anticipando il periodo della raccolta. Da gennaio però è attivo un Infopoint «per dare indicazioni a chi arriva prima - conclude Rinaudo - e a chi, come spesso accade, dopo la stagione della raccolta, decide di fermarsi sul territorio».
Carlotta Rocci

(La Repubblica 6 aprile)