sabato 27 agosto 2016

I Valdesi si scoprono fragili: "Non c'è solo l'immagine"

Torre Pellice. Anche nelle isole che sembrano felici si nascondono incertezze e difficoltà. Anche là dove per molti versi si è avanguardia a volte ci si chiede quale sia la rotta giusta. E così nel giorno in cui si riunisce per il Sinodo, l'assemblea dei 180 delegati arrivati quasi da ogni angolo del mondo, il popolo valdese si interroga su se stesso. Stavolta non sono le incognite del mondo globale, i temi sociali (dai diritti all'immigrazione) che l'hanno sempre visto portare un messaggio di apertura e dialogo; stavolta il cuore è nelle «nostre piccole chiese in Italia, meravigliose nella loro ostinazione a resistere», che tuttavia sembrano spesso ricurve per debolezza».

La riflessione
Il pastore Gianni Genre, nella predicazione che inaugura la settimana di riflessione va dritto al punto: c'è un'immagine esteriore, costruita in anni di buone pratiche, riconosciuta da tutti - lo confermano i massaggi inviati dal presidente della Repubblica Mattarella e da papa Francesco - e poi c'è altro, la fatica nel portare avanti un cammino, il rischio di perdere di vista la propria funzione. «L'immagine che riusciamo a dare della nostra realtà in Italia e all'estero è interessante, anche attraverso l'articolazione della nostra diaconia e del nostro impegno», dice Genre. «Ma corre il pericolo di camuffare la nostra astenia». I valdesi si riscoprono fragili, piegati, alle prese con comunità «spesso debolissime», dovendosi guardare dall'«illusione di essere forti perché conosciuti di nome (questa è la peggiore delle debolezze)».

Giù l'8 per mille
Anche i ricavi dell'otto per mille, segno più evidente del clima di generale simpatia che circondava il popolo valdese in questo contesto diventano una spia. La quota assegnata alla Tavola valdese per il 2016 e riferita alle dichiarazioni del 2013 supera di poco i 37 milioni. L'anno scorso era, maggiore, circa 41 milioni. Anche il numero di italiani che hanno firmato per devolvere l'otto per mille alla chiesa protestante è sceso: da 600 mila a 562 mila. I numeri restano molto alti - i Valdesi ottengono un numero di firme pari a trenta volte la loro consistenza, anche perché 1'intera cifra viene utilizzata per progetti educativi e sociali, non per il clero - ma dopo tanti anni per la prima volta c'è un calo. Come spiegarlo? Un po' perché sono entrati nel sistema di ripartizione dell'otto per mille nuove confessioni religiose, ma soprattutto perché con il pontificato di Bergoglio sono cresciute le donazioni alla Chiesa cattolica, arrivate sopra il miliardo.

Le schiavitù moderne
Con i cattolici, pur nelle diversità di vedute, il dialogo prosegue e lo testimonia il messaggio inviato da Papa Francesco, che segue la visita al tempio valdese di Torino e l'invito di una delegazione in Vaticano. L'attenzione al mondo esterno resta altissima ma genera anche molte inquietudini. L'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, ad esempio. «E' demoniaco che a decidere il futuro della Gran Bretagna non siano state le giovani generazioni, ma gli anziani, pieni di paure eppure gli unici ad avere un futuro garantito». E poi l'Italia: «E' demoniaco che i sodalizi corruttivi continuino a invadere e inquinare il nostro paese come se niente fosse, giorno dopo giorno». Anche le forme di sfruttamento sono tutt'altro che debellate, anche nelle nostre città. Il Sinodo si apre il 21 agosto, e il 21 agosto del 1831, racconta Genre, nella Contea di Southampton in Virginia, un giovane schiavo dava inizio all'ultima grande rivolta prima della guerra di secessione che portò all'abolizione della schiavitù. «Storie di ieri che trovano corrispondenza in mille storie di oggi. Perché non possiamo dire che oggi la schiavitù sia stata sconfitta o cancellata. Né nel nostro tempo, né nel nostro paese».
Andrea Rossi

(La Stampa 22 agosto)