martedì 6 dicembre 2016

Entrare nella sinfonia dei folli

Più ci avviciniamo alla vita storica di Gesù più lo conosciamo come un individuo abitato da immagini folli, inaccettabili.
Entrare nella sequela di Gesù significa anche riconciliarsi con i sogni di follia di Gesù, imparare a sognare evangelicamente, accettare da Dio il regalo dei sogni folli. Perché cerchiamo negli scritti biblici la Parola di Dio? Per essere contagiati da queste idee ed energie folli.
Poi, ovviamente, ciò che importa è trasformare i sogni in cantiere.
Il sogno folle che non tento di tradurre in vita, in passi concreti, può scoppiarmi tra le mani e diventare la inutile gratificazione di un idiota che crede di essere un profeta perché è uno stravagante. Gesù ha seminato sogni di follia nelle zolle del vivere quotidiano della Palestina.
La nostra sequela di Gesù può morire sotto una montagna di normalità e noi, nel vissuto di ogni giorno, possiamo passare quasi insensibilmente dalla sinfonia dei folli alla congrega dei saggi. Ciò potrebbe costituire la fine della sequela di Gesù per noi.
Non riesco mai ad esprimere adeguatamente quanto le nostre «buone ragioni» possano spegnere in noi la follia dell'Evangelo. In genere sono sempre buone ragioni quelle che ci tirano indietro dalla radicalità evangelica. Non aveva forse una buona ragione Marta per starsene in cucina? (Lc. 10,38). Le davano ragione usi e costumi, consuetudini e leggi. Ora poi c'erano tanti ospiti. Non le dette ragione Gesù. Quante buone ragioni, quanti motivi incontestabili non tirarono fuori gli invitati, per nulla scortesi, di Luca 14?
Sulla strada di Gesù, se vedo bene, si arriva spesso ad un bivio: da una parte si entra nella «giostra degli affari» e dall'altra ci si orienta verso la «sinfonia dei folli». Qui, sul terreno delle scelte e delle decisioni quotidiane, si situa l'opera del Dio liberatore. Qui e ora Dio può liberarci, far rinascere o irrobustire in noi la capacità di resistere al fascino incantatore degli idoli. Noi confessiamo congiuntamente due fatti: da una parte la nostra incapacità di «produrre libertà» con le nostre sole forze e dall'altra la totale fiducia in Colui che non ha perso o diminuito la «potenza del Suo braccio liberatore».
La follia dell'Evangelo non ci chiede la rinuncia alla ragione, il rifiuto della razionalità (spesso così necessaria), ma il superamento del calcolo, della logica contrattuale, del «rientro» nei canoni della normalità.

Franco Barbero, Stirpe di Giona, pag. 37-38