venerdì 24 marzo 2017

24 MARZO 1980: L'ASSASSINIO DI MONSIGNOR ROMERO

La storia di Romero, va ricordata, ogni anno nel giorno dell’anniversario della sua morte.
Molti si chiedono ancora quale sia stato il fatto scatenante che abbia fatto di lui, vescovo conservatore, il battagliero assertore dei diritti umani.
Molto semplicemente, di fronte all’oppressione e allo sfruttamento del popolo, osservando gli squadroni della morte che uccidevano contadini, poveri e preti impegnati, il vescovo capì di non poter fare a meno di prendere una posizione chiara. Istituì una Commissione per la difesa dei diritti umani; le sue messe cominciarono a diventare affollatissime; memorabili le sue denunce dei crimini di stato. 
Pagò con un progressivo isolamento e con forti contrasti, sia in nunziatura che in Vaticano, la sua scelta preferenziale per i poveri: alcuni vescovi lo accusarono di incitare “alla lotta di classe e alla rivoluzione”, mentre era malfamato e deriso dalla destra come sovversivo e comunista. Il 24 marzo 1980 un sicario si intrufolò nella cappella dell’ospedale, dove Romero stava celebrando, e gli sparò dritto al cuore, mentre il vescovo alzava il calice al momento dell’offertorio.
Grazie a don Tonino Bello e mons Luigi Bettazzi a seguito del viaggio in Salvador di Pax Christi a 10 anni dalla morte di Romero, pubblicammo il suo Diario. Un libro denso. Oltre 400 pagine.
Lo scorso anno abbiamo rieditato quel testo grazie a un lavoro di cura prezioso fatto da Francesco Comina:  "Monsignor Romero, martire per il popolo’’. Da quel libro è stato tratto lo spettacolo teatrale EN NOMBRE DE DIOS, curato da Mara da Roit che da un mese gira.
Noi oggi facciamo memoria di un pastore non perché  per la Chiesa è Beato, ma perché ci ha indicato quale deve essere la scelta di una Chiesa vera: i poveri, gli oppressi, i deprivati da chi gestisce il potere in danno di qualcuno

La Meridiana editrice