domenica 23 aprile 2017

IL CRIMINE DELL'INDIFFERENZA

Il peccato d'indifferenza ha una lunga storia in Europa. Lo scrittore Herman Broch lo chiama, narrando la Germania pre-hitleriana, crimine dell'indifferenza: più grave ancora del peccato di omissione, perché non perseguibile penalmente (nel primo caso c'è almeno il reato di omissione di soccorso). L'indifferente non è stato sveglio, quando si poteva. «Non è stato attento al mondo in cui viviamo», dice il Papa: «Non abbiamo curato e custodito quello che Dio ha creato per tutti». Chi difende il proprio benessere buttando a mare gli «uomini di troppo» usa il cristianesimo, mal dissimulando il razzismo e facendo quadrato attorno alla triade «Dio, famiglia, patria tribale». Ha perfino, come Cicchitto, l'impudenza di invocare la laicità: che lo Stato governi, e i Papi scrivano encicliche. Disobbediente, imperturbato, il papa infrange quest'ordine imbalsamato. Non a caso il suo nome è Francesco. Sappiamo che le prediche di Francesco mutarono il mondo.
Barbara Spinelli

(la Repubblica, 10 luglio 2013)