lunedì 16 ottobre 2017

CHIESA DI TUTTI CHIESA DEI POVERI

Gentili amici
Come già è stato detto il tema dell’incontro, “Ma viene un tempo, ed è questo”, significa interpretare il pontificato rinnovatore di Francesco come l’inizio di un tempo nuovo, per l’umanità e per la Chiesa. Il tempo a cui si allude è quello annunciato da Gesù alla Samaritana al pozzo di Giacobbe, il tempo in cui, deposti gli idoli, si sarebbe “adorato il Padre in spirito e verità”, in una umanità finalmente riconciliata e riunita. È evidente la forte carica di speranza e di fiducia implicita nella scelta di questo tema; essa però va misurata con la durezza dei tempi che stiamo vivendo, per non fare come quelli che, come rimprovera la Bibbia, “raccontano i loro sogni” e “profetizzano secondo i loro desideri”.
Per questa ragione l’assemblea dovrà sentirsi investita dalla sofferenza e dall’estrema minaccia che gravano oggi sul nostro tempo e sul mondo. In particolare non si potrà non assumere nell’analisi la perdita e addirittura lo scempio del diritto, dell’etica pubblica e delle culture di convivenza, che sono il portato dell’attuale fase della globalizzazione. L’effetto più grave di queste demolizioni in corso è la precarizzazione della vita, soprattutto dei giovani, e la riproposizione, come se fossero del tutto normali, di politiche di genocidio: ne troviamo le tracce sia nelle reciproche minacce di distruzione nucleare, sia nell’“economia che uccide” che toglie dalla vita e dal mercato popolazioni intere, sia nella vana pretesa di sottrarre alla vista il popolo dei migranti e dei profughi, sia nell’ecocidio onde è devastata la terra.
Di fronte a tutto ciò perché possa albeggiare l’epoca nuova  c’è un’urgenza da proporre, e non solo ai credenti ma a tutti, che è quella di resistere.
Resistenza è una parola che traduce la parola biblica paolina “katécon”, che vuol dire qualcosa o qualcuno che trattiene, che frena, che intercetta le forze di distruzione. Paolo chiama “mistero dell’anomia” questa negazione del diritto e della vita, e “senza legge” chiama l’iniquo che si fa potere a se stesso e si mette perfino al di sopra di Dio. Lo stesso pontificato di Francesco può essere visto, anche fuori delle religioni e delle Chiese, come un “katécon” contro tale anomia, come un fronte di resistenza ed un freno, in nome del Dio misericordioso, al crescere dell’inequità, ai genocidi e alla guerra. Tanto più questa resistenza deve essere messa in atto dalle persone e dai popoli.
Vedrà l’assemblea, e prima di essa la riflessione dei gruppi e delle comunità interessate, come approfondire, integrare e dare seguito a questa tematica, facendo così dell’incontro romano non solo un “forum” di discussione, ma un evento capace di sviluppi futuri.....

          Con i più cordiali saluti
                      www.chiesadituttichiesadeipoveri.it