domenica 18 marzo 2018

Così in Argentina ritorna la battaglia per l'aborto

«Se ci fermiamo noi, si ferma il mondo». L'8 marzo di Buenos Aires ha un sapore particolare: Sciopero Internazionale di Donne, Travestiti, Lesbiche e Trans. Non mimose, ma una marea viola che invade la città da Plaza de Mayo fino al Congresso della Nazione, dove un ospite scomodo sta trovando consensi trasversali, creando divisioni finora sconosciute: l'aborto legale, sicuro e gratuito.
Nella patria del Papa qualcosa è cambiato. La proposta di legge, entrata pochi giorni fa alla Camera dei Deputati, mira a garantire a ogni donna maggiore di 16 anni il diritto di interrompere la gravidanza in modo farmacologico, nelle prime 14 settimane di gestazione.
Come ogni giovedì le Madri di Plaza de Mayo girano in cerchio davanti alla Casa Rosada, mentre la marea si gonfia e il viola si mescola ai fazzoletti verdi del movimento per l'aborto. Fiumi di ragazze e donne di ogni età arrivate in treno dalla provincia se ne andranno insieme per evitare gli agguati dell'anno scorso, dicono. Non solo aborto legale, tra le rivendicazioni, ma inclusione, riduzione della differenza salariale (una donna argentina guadagna in media il 30% in meno di un uomo) e il riconoscimento di quel lavoro non retribuito alla base della cosiddetta economia domestica.
Tra gli altri numeri, quelli drammatici sulla costante violenza machista: in Argentina ogni 30 ore una donna è assassinata. Dal 2008 a oggi gli omicidi ammontano a 2679 (254 nel solo 2017), la metà dei quali tra le mura di casa. Ecco perché questa marcia non abbandona lo storico slogan "Non una di meno" risalente al 2015, quando la mobilitazione femminile esplose in seguito alla morte di Chiara Paez, 14enne incinta uccisa dal fidanzato, per poi ripetersi nel 2016 con il brutale assassinio di Lucia Pérez, 16 anni, drogata stuprata e uccisa a Mar del Plata.
Dal 2015 le donne argentine si sono riprese la piazza reclamando prima di tutto rispetto, al grido di "Se toccano una, toccano tutte".
Paolo Galassi

(la Repubblica 9 marzo)