domenica 18 marzo 2018

«Eppure il sole c'è davvero»

È notte fonda. Sono tomato da un incontro serale. Mi siedo al computer. Fuori nevica. Da alcuni giorni la temperatura è scesa drasticamente. In questo colpo di coda dell'inverno sembra che il sole sia sparito, si sia allontanato. Sentiamo la nostalgia del suo tepore. Eppure il sole c'è. È la stessa sensazione che proviamo nella nebbia. Un ingegnere aeronautico mi ha raccontato alcuni giorni fa la sorprendente bellezza di uscire dalla nebbia con l'aereo a 3.000 metri di quota. Sempre un'emozione unica! Tante volte a Malpensa c'era una nebbia che si tagliava con il coltello. Sulla rampa di partenza si era inghiottiti dalla nebbia. Un muro spesso davanti, un muro contro il quale il pilota doveva "lanciare" l'aereo. Sembrava una pazzia, eppure il pilota lanciava a grande velocità il velivolo, certo di trovare il sole 3.000 metri più in là. E dopo pochi minuti, come d'incanto, il miracolo: un cielo limpido sopra un mare di nubi e uno splendido sole. Mi è piaciuto questo racconto dell'ingegnere. Da giorni mi porto in cuore le sue parole. Da giorni mi gira nella mente questa certezza: eppure il sole c'è davvero! Ci penso quando in ufficio mi trovo ad affrontare problemi che mi sembrano impossibili da risolvere, quando penso al futuro della nostra Chiesa, al futuro della nostra società. Ci penso mentre ascolto la sofferenza delle persone: lutti, malattie, disoccupazione. Mi sento nella nebbia e mi ripeto: eppure 3.000 metri più in la c'è il sole! Pertanto devo lanciare l'aereo in alto, senza paura del muro di nebbia. Non dobbiamo volare a bassa quota, non dobbiamo volare basso per mantenere la certezza di "toccare ancora terra". Continuando a volare basso restiamo nella nebbia. Dobbiamo lanciarci, immaginare, sognare, desiderare. Come dice Luciano Manicardi «L'immaginazione pensa e dà forma a ciò che non c'è ancora. Con l'immaginazione la mente umana ha potuto abituarsi pian piano a ché l'impossibile divenisse possibile. L'immaginazione crede al futuro e gli apre una strada: e pensa che ciò che non è possibile oggi lo potrà essere domani». Abbiamo tutti bisogno di avere questa fiducia. Abbiamo bisogno di credere al futuro in modo concreto: pensare che ciò che non è possibile oggi lo potrà essere domani. Proviamo a guardare ogni cosa con questa fiducia; casa nostra, il lavoro, i figli, il nostro paese. Solo così potremo ancora essere carichi di speranza e di entusiasmo. C'è il sole 3.000 metri più in là! E ai credenti dico: ricordiamoci che c'è Dio 3.000 metri più in là. Il futuro arriva dalle sue mani. E sono mani creative, mani di un Creatore.
Derio Olivero, Vescovo di Pinerolo

(L'Eco del Chisone 7 marzo)