giovedì 14 settembre 2017

RICEVO E CONDIVIDO PIENAMENTE

Hanno messo l’elmetto a Giovanni XXIII

Ve lo ricordate il discorso della luna di Papa Giovanni XXIII? «Cari figliuoli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero; qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata, stasera – osservatela in alto! – a guardare a questo spettacolo... Tornando a casa, troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: “Questa è la carezza del Papa”. Troverete qualche lacrima da asciugare. Fate qualcosa, dite una parola buona. Il Papa è con noi specialmente nelle ore della tristezza e dell'amarezza. E poi, tutti insieme ci animiamo cantando, sospirando, piangendo, ma sempre sempre pieni di fiducia nel Cristo che ci aiuta e che ci ascolta, continuare e riprendere il nostro cammino». 
«Il papa della “Pacen in terris”, della mediazione nella crisi dei missili dell’ottobre 1962, il papa del Concilio e della “Gaudium et Spes”, il papa che ha posto le premesse per una radicale scelta cristiana a favore  della nonviolenza, viene usato per dare credibilità alle politiche  delle “guerre umanitarie” e dei “bombardamenti intelligenti”, come quelle recenti praticate anche dalle Forze armate italiane in Kossovo (1999), in Afghanistan (2001), in  Iraq (2003) e in Libia (2011)». Queste ultime parole tra virgolette le ho ricevute da Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di Noi Siamo Chiesa, riguardo alla recente notizia: “Il vescovo delle Forze Armate Mons. Santo Marcianò ha consegnato al capo di Stato maggiore dell’esercito italiano Danilo Errico la “bolla pontificia” con cui il Card. Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti, ha  decretato  che papa Giovanni sarà il patrono dell’Esercito italiano”.
Ed ha tutte le ragioni, Vittorio Bellavite: al papa buono, al papa pacifista hanno messo l’elmetto.
Renato Pierri