lunedì 20 novembre 2017

SPODESTIAMO IL NATALE DAL CENTRO

A partire dal VI secolo il natale diventò una festa cristiana centrale.
Molti cristiani, parroci e catechisti, preparano gli appuntamenti natalizi come se fossero delle importanti feste cristiane.
I bambini e i ragazzi/e vengono così abituati a confondere disinvoltamente una tradizione, ormai tutta commerciale, che di cristiano non ha nulla.
Un rigoroso discorso biblico e teologico ci porterebbe a concludere che siamo caduti in una trappola  e che il natale, come fatto e festa cristiana, sarebbe da accantonare.
Tanto più che i racconti di Matteo 1-2 e Luca 1-2 sono pura e bella mitologia, interamente diversa da una lettura storica. 
Piuttosto le festività di fine anno conservano nella nostra tradizione più sana il senso del riposo, dell'incontro conviviale allargato, come tempo del silenzio e del riposo, un vero dono di Dio per interrompere la fatica del vivere e ritrovare la voglia di rituffarci nella vita con il sole rinascente.
Per secoli i cristiani hanno fatto a meno del natale, perché, centrando sulla pasqua, erano consapevoli che la festa cristiana è la domenica, cioè la "piccola pasqua" di ogni settimana. Ma è molto più facile cantare qualche inno e qualche "Tu scendi  dalle stelle" una volta all'anno, anziché riscoprire la proposta di reinventare il cammino quotidiano centrato sulla domenica, con il suo gioioso ed impegnativo appello a seguire Gesù nella prassi di ogni giorno.
 Riscopriamo ciò che è centrale (ma occorre una profonda riflessione biblica e teologica) in attesa di archiviare il natale lasciandolo nelle mani del mercato e dei suoi alleati.
Franco Barbero